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MUSICA E MUSICISTI ITALIANI IN POLONIA


Il culto per la musica ha in Polonia tradizioni antichissime e gloriose: la prima musica di cui le storie facciano menzione risale al 1200 circa, essa è eminentemente sacra, ma senza regole definite e di una grande semplicità.

La dinastia Jagellonica, che resse per parecchi secoli i destini della nazione polacca, ebbe fra i suoi membri cultori appassionati per il canto e tutta l'arte musicale in genere: Casimiro il Grande, la regina Edvige, Giovanni Alberto, furono tutti e tre grandi protettori della musica.

lo re di polonia, 1525. Archivio di Stato, Milano. Parvemi quindi opera utile ed interessane raccogliere notizie, dati, documenti, su quegli italiani, pionieri d'ogni civiltà, oggi immediatamente dimenticati, che colla loro mirabile arte, e coll'ausilio del loro potente ingegno, provocarono in Polonia un rigoglioso rinascimento intellettuale, in cui la musica tenne un posto onorato e distinto.

Un grande impulso lo ebbe da Sigismondo I, che fondò a Cracovia una specie di Conservatorio per lo studio delle melodie sacre. In questo Istituto insegnarono professori italiani, fra i quali Diziano Balli, che ottenne il titolo di Musicus regius dal Re; Caetani, maestro della Cappella di Corte, e come tale diresse l'orchestra della Collegiale di Cracovia il giorno della sua inaugurazione, avvenuta il 21 maggio 1533; e Stefano Monetari che già fin dal 1522 aveva pubblicato un interessante lavoro intitolato: Epithomas utriusque musices praticae.

Sigismondo I sposato, in seconde nozze, ad una principessa italiana, Bona Sforza dei Duchi di Milano, nutriva una grande passione per a musica, passione che si accrebbe notevolmente in lui, allorché Bona, venendo sposa da Napoli, condusse con sé numerosi cantori e suonatori di liuto, che fecero colla delizia del Re, la meraviglia della Corte.

Ella fondò diverse Scuole di musica che si propagarono rapidamente in tutte le città del regno. Questa principessa possedeva un fine gusto artistico, proprio della illustre casa Sforza, ed un sentimento musicale assai sviluppato.

Sotto il di lei figlio Sigismondo Augusto, la musica continuò a progredire, prendendo però una intonazione mistico-marziale, di grande effetto, ma di poca consistenza.

Dei gusti musicale di Enrico III di Valois, poco o nulla si sa: egli portò in Polonia, per sollazzo proprio e dei mignons che lo circondavano, numerosi musicisti italiani e francesi, che scomparvero con lui, e di cui le cronache del tempo non danno indicazioni precise.


sigismondo III re di polonia, 1610. Archivio di Stato, Milano

Stefano Bathory che gli successe sul trono, rinnovò i tempi di Sigismondo I e di Bona: i suoi biografi ci dicono che egli possedeva una pregevole biblioteca di opere musicali: cantava e suonava assai bene, sotto la direzione di maestri italiani, fra i quali emerge specialmente Luca Marenzio, che i polacchi chiamavano il Dolce Cigno: il Divino Compositore. Questo artista lasciò la Corte sul finire del regno di Stefano Bathory, né di lui si hanno più notizie di sorta.

Con Sigismondo III, primo sovrano polacco della Casa di Wasa, svedese, la musica continuò a svilupparsi. Questo Re possedeva una Cappella, composta di italiani e di polacchi, che costava alla sua cassetta non meno


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