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di 12,000 scudi annui. La diresse per alcuni anni, con grande soddisfazione della Corte, il prete Alessandro Cilli, di nobile famiglia pistojese, che già fin dal 1594 trovavasi al servizio del Re, in qualità di cantante regio. Il Cilli possedeva una bella voce da tenore, colla quale allietava le ore tristi del vecchio sovrano, che non abbandonava mai e da cui era tenuto in grande considerazione.

Il Cilli, dopo aver soggiornato 33 anni in Polonia, si ritirò in patria, dove morì poco dopo.

Nella direzione della Cappella gli successe il maestro Asprilio Pacelli — autore di un inno in onore di S. Stanislao, patrono della Polonia — che la tenne fino al 4 maggio 1623, giorno di sua morte: sepolto con grande pompa nella Cattedrale di Varsavia, Sigismondo III gli fece innalzare un sontuoso monumento.

Contemporaneamente a Pacelli, eranvi alla Corte polacca due altri italiani, musicisti di vaglia: Marco Scacchi, che Sigismondo nominò direttore della Cappella, alla morte del Pacelli, e Fabrizio Tiranni, di cui abbiamo un solo documento latino, una lettera di congedo del Re di Polonia, che lo raccomanda nello stesso tempo al Duca d'Urbino, in data 10 aprile 1624. Apparteneva anche alla Cappella reale un Fulvi Antonio, friuliano. ladislao iv re di polonia e di svezia 1633-1648. Archivio di Stato, Milano. Ma la musica italiana raggiunse l'apogeo sotto il regno di Ladislao IV (1623-1648), figlio di Sigismondo III, principe illustre, geniale, dotato di vesta e soda cultura, amante dell'arte, della letteratura, ma specialmente della musica italiana. Di ritorno da un viaggio fatto in Italia nel 1616, aveva portato in Polonia il gusto per l'opera italiana, che eli aveva assai plaudita a Firenze, durante un suo breve soggiorno alla Corte Medicea, dove il Gran Duca aveva fatto rappresentare, in suo onore, La liberazione di Ruggiero dall'Isola Alcina, dramma pastorale, con ballo, parole di Ferdinando Saracinelli, musica di Francesco Caccini.


monsignore onorato visconti di saliceto nunzio apostolico in polonia, 1830-35. Archivio Visconti, Cernusco sul Naviglio. questo dramma egli lo fece poi rappresentare a sua volta sul teatro di Corte a Varsavia, unitamente ad una tragedia, La Regina Sant'Orsola, musica di Marco da Gagliano.

Nel 1628 fece rappresentare Galatea, favola pescatoria in musica in un atto; e nel 1633 il dramma la Fama Reale ovvero il Principe Trionfante Ladislao IV, musica di Pietro Elerti, segretario aulico.

Incoraggiava il Re, nella sua passione per la musica, il nunzio pontificio monsignore Onorato Visconti, prelato distinto, diplomatico, poeta e musicista discreto, persona assai gradita a Corte, per la vasta erudizione e la squisitezza dei modi. Fu