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116 ARS ET LABOR

di Polonia una fra le più brillante d'Europa: ma allorquando nel 1648, morto Ladislao, ella passò a seconde nozze col di lui fratello Giovanni Casimiro, la musica decadde rapidamente. I componenti la Cappella reale vennero licenziati; e si sbandarono con grave danno per l'arte musicale. Il teatro di Corte rimase chiuso.

Giovanni Casimiro, impegnato in lunghe e disastrose guerre non ebbe né il tempo, né la volontà di occuparsi di musica. Tuttavia nei brevi intervalli di pace, furono rappresentate alla Reggia, per iniziativa della Regina, parecchie opere già date ai tempi di Ladislao.

Col re Michele Koribut Wisnowiecki la musica continuò lentamente a decadere.

Ebbe però ancora qualche istante di rinnovato splendore durante il regno burrascoso di Giovanni Sobieski, per merito specialmente della regina Maria Casimira d'Arquien, francese di nascita.

augusto ii re di polonia, elettore di sassonia 1697-1733. Collezione dell'Autore. Essa diede un vigoroso impulso alla musica da camera, importata dalla Corte di Luigi XIV, di cui voleva emulare il fasto e lo splendore. Durante questi anni, gli italiani in Polonia sono pochi e ignorati affatto: uno solo si distingue: Giuseooe Lupparini di Firenze, venuto al seguito del cardinale Radziejowski, accolto con molti onori a Corte.

Fu sotto la dinastia dei re sassoni — Augusto II e Augusto III — che la musica istrumentale italiana tornò in favore: tre volte per settimana rappresentava al teatro di Corte l'opera italiana, assai plaudita dall'aristocratico pubblico. Fuorieggiava, come direttore dell'orchestra, Adrea Adami, mentre Anna Maria Giusti, cantatrice della regina Maria Giuseppina, deliziata coi suoi trilli le orecchie dei cortigiani.

In questi stessi anni cantò diverse volte al teatro di Varsavia una certa Pozzi Anna, virtuosa di grande talento, dotata di una impareggiabile voce, a cui il poeta Antonio Carpaccio dedicò alcuni graziosi sonetti.

All'Adami, nella direzione dell'orchestra successe Gerolamo Santapaulina, personaggio distinto, che godette sempre il favore del Re.

augusto iii re di polonia 1734-1773. Collezione dell'Autore. Con Stanislao Augusto Poniatowski — ultimo disgraziatissimo re di Polonia — che amava distrarsi anche nelle contingenze più tragiche, la musica italiana continuò ad essere in auge. Questo Re possedeva Caooella orchestrale assai bene affiatata, diretta da un certo Gajetani, autore di parecchie opere — Frascaranka, Zolnierz, Lanassa e Scipione l'Africano — indi negli ultimi anni da Albertini, esso pure compositore assai apprezzato.

Nel 1784 si diede per la prima volta a Corte l'oratorio di Paisiello: la Passione di Crito (con parole di Metastasio), che entusiasmò il scelto uditorio. Tutti i maestri italiani dell'epoca trovarono in Polonia appoggio, protezioni, onori e fama. Cimarosa, Salieri, Viotti, Stefani, Pergolese, Martini, Anfossi ed altri minori, ebbero le migliori accoglienze dal Re e dalla Corte, benchè nel frattempo fossero sorti maestri polacchi valenti, quali Michele Oginski, Calro Kurpinski, Matteo Kamienski, Giuseppe Elsner, ecc.

Iniziata dalla Russia, dalla Prussia e dall'Austria l'opera nefasta della distruzione politica della Polonia, l'arte vestì a lutto, ed occorsero dieci lustri prima che artisti italiani ritornassero sulle rive sella Vistola a raccogliervi allori ed a suscitarvi entusiasmi.

Oreste Ferd. Tencajoli.