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tempo servì di difesa e che ora è vedova di armigieri e d'acqua. La casa del Carducci guarda da tre parti su giardini ed orti; dall'altra, lo sguardo si spinge liberamente lontano nella bella pianura che, chiusa dal grande arco del Reno, declina lentamente verso il Po. Laggiù, laggiù.... sono le terre e le risaie di Molinella, dove il povero Severino cominciò ad amare il canto.... Le finestre dello studio del poeta guardano sul piano pieno di sole, ricco di grani ondeggianti e di viti. Salve, magna parens frugum....! Quante volte alla bocca del poeta sarà assalita, guardandolo, la lauda vergiliana? Ora egli riposa tranquillo e pieno di gloria, fra i manoscritti e i libri diletti. Le sue poesie non sono tali da poter divenire popolari; ma non vi è ormai persona colta in italia, la quale non possieda e non legga le sue poesie e le sue prose scelte, ove vive tanta storia e tanto pensiero e tanta bellezza della nostra gente. gabriele d'annunzio. Intanto un discepolo che è già grande, Gabriele d'Annunzio, pensa anch'egli a cominciare la raccolta delle sue Opera omnia, cioè delle opere complete, come dicono oggi barbaramente gli editori e i librai. Insieme con le Elegie romane, un libro sacro alla grandezza e all'amore, un libro che da molti anni non era più stato ristampato ed era perciò conosciuto da pochi, sono venute in luce le sue prose scelte. A quando le poesie scelte? O forse il D'Annunzio crede l'opera sua di prosatore più utile, se non migliore, di quella di poeta? “Concorrere efficacemente a costituire in Italia la prosa narrativa e descrittiva moderna: ecco la mia ambizione più tenace„. Cos' egli scriveva molti anni or sono, preludiando al Trionfo della Morte. La prosa critica, erudita, oratoria era già stata costituita mirabilmente dal Maestro; mancava quella narrativa e descrittiva: e non si può dire che il discepolo sia venuto meno al suo intendimento. Egli anzi lo afferma altamente per bocca dei suoi editori: “Crediamo di non errare stimando che questo libro, da noi offerto ai candidi amici delle buone ettere, valga a dar la giusta misura di una fatica che finchè un qualche gergo barbarico non sarà sostituito al sacro idioma di Dante, non sembrerà vana„. Certo l'ambizione dello scrittore è grande quanto la sua fatica. I posteri daranno il giudizio definitivo: giudizio che oggi “è tuttora intorbidato dalle passioni„.

antonio fogazzaro Ma la grande novità libraria di questi ultimi tempi, più che l'antologia dannunziana che non ha naturalmente il pregio della novità, è stato un romanzo psicologico e religioso che i lettori italiani si sono disputato con tale accanimento da farne smaltire in poco tempo molte migliaia di copie. Segno che tutto ciò che ha attinenza con la religione ha ancora virtù di scuotere gli animi e di allargare le borse. Voi intendere ch'io voglio parlare del Santo di Antonio Fogazzaro, di colui che con il D'Annunzio divide l'ammirazione degli italiani che amano i romanzi. Gli ammiratori del primo non sono certo quelli del secondo, bechè vi sieno persone in buona