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LETTERE E ARTI 135

fede che li amano egualmente ambedue. Ma i due artisti, pur essendo ambedue grandi, sono così diversi l'uno dall'altro, che s0intende facilmente come gli innamorati dall'uno non vedano l'altro con molto piacere. Il D'Annunzio è classico e pagano, non ama il Cristo e rievoca gli antichi miti ellenici pieni di voluttà e si sangue. Le sue scene e i suoi romanzi sono pervasi da un fiume di sensualità e di piacere che lo stile armonioso, sonoro, cadenzato, seconda in modo mirabile. E la sua morale è assai lontana dalla morale comune, e ignora la rinuncia e il sacrificio. All'incontro il Fogazzaro disdegna il culto della pura lingua e della bella forma, almeno intendendo queste parole e questi epiteti nel senso che si dà loro comunemente. Egli è spesso aspro e contorto, con modi che hanno meno della lingua che del dialetto: spesso anzi, egli fa parlare in dialetto alcuni de' suoi personaggi. “Per mantenere in mezzo a tante difformazioni e corruzioni il culto della Lingua...„ Queste parole e questo intento delle prose dannunziane non sono certo comuni all'autore del Santo. Il quale poi non è classico ma cristianissmo: non è pagano ma mistico: non rifugge dal rappresentare la passione del senso; ma, o la idealizza, o fa sì che più forte della tentazione sia il dovere. I suoi eroi si accostano sì al peccato: ma se ne ritraggono per tempo; e tout est bien ce qui finit bien.... Ma per venire al Santo, diremo che da qualche tempo pochi libri avevano destata come questo tanta copia di polemiche. Polemiche destate non tanto nel campo avverso dei paganeggianti e dei liberi pensatori, quando in quello degli stessi amici del romanziere. Pare che a molti le idee religiose dell'autore (notate he il suo libro spesso è più discussione che narrazione) siano sembrate poco ortodosse, o almeno tali da dover essere sottoposte ad un ponderato esame. Ahimè! Io non vorrei vedere questo nuovissimo Santo messo all'indice e sconfessato dai suoi compagni se non di santità almeno di fede....

Vi è indubbiamente in tutta la nostra vita un risveglio che il fisco, la burocrazia, la corruzione non riescono ad opprimere: e gli effetti di quel risveglio si avvertono chiaramente anche nell'arte e nella letteratura. Vi ho parlato più sopra di romanzieri e di poeti; ma anche gli scrittori di teatro non sono da meno dei loro confratelli. I loro trionfi si vanno facendo di giorno in giorno più frequenti e più clamorosi; e qualcuno, come Alfredo Testoni con il Quieto vivere e il Cardinal Lambertini, ne ottiene perfino due per volta. Novità francesi si continuano ad importare e rappresentare: ma, sia per la qualità scadente della merce, sia perchè il pubblico vuole ormai favorire gli autori nazionali, i loro successi sono meno grandi e meno duraturi.

alfredo testoni. La stessa Eleonora Dure ha dichiarato di volere in ogni modo favorire il repertorio italiano e i nostri scrittori; ed insieme con la direzione della Stampa di Torino ha indetto un grande concorso drammatico con ricchi premi, ed ha eletto una giuria che è serissimo affidamento di senno ed imparzialità. Ma io non ho nessuna fede nei concorsi, e quasi mi dolgo che il successo della Cavalleria li abbia fatti salire tanto in onore. E dubito assai che anche quei ricchi premi e quelle magnifiche promesse riescano a far scoprire il genio ignoto Io ho molta maggior fede in un altro tentativo; il quale ha anche il merito di costare denaro, tempo, fatica molto più di qualsiasi concorso. Voglio parlare di quel Teatro Stabili che il Municipio di Roma, Eduardo Boutet e Ferruccio Garavaglia sono riusciti a far sorgere nel teatro Argentina. Il Municipio, per opera e volere del conte di San Martino, ha dato parte del danaro occorrente; un'altra somma cospicua ha dato la Società romana degli Autori; molti privati hanno concorso con gli abbonamenti. Eduardo Boutet, il critico valoroso e onesto, è il direttore: Ferruccio Garavaglia è il capo attore. Sono due volontà energiche che insieme faranno bene: paziente e tenace il primo, impetuoso e vivace il secondo; ma si tempereranno l'uno con l'altro e faranno cose belle. Gli inizi non potevano essere più splendidi. Non si è cominciato, a dire il vero, con una novità italiana, bensì inglese; ma l'autore scelto era uno di quei poetucoli che non hanno diritto ad essere più inglesi che italiani perchè sono di tutti.... Insomma, il poeta era Guglielmo Shakespeare, e la sua.... novità era il