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Giulio Cesare. Io ve ne parlo così ironicamente, perchè l'appunto è stato fatto sul serio da alcuni critici illuminati.... io penso invece che in Roma non si poteva cominciar meglio che con quel grande dramma in cui è celebrata così meravigliosamente la grandezza del maggiore eroe romani, del terribile conquistatore di popoli ed eversore d'imperi. Dramma, benché scritto da un inglese, ricavato dalle antiche memorie e tutto romano nostro. Ricordate la subdola ed eloquente orazione di Antonio sul cadavere di Cesare, al cospetto del popolo atterrito e a poco a poco fremente ed urlante? Se non la conoscente, leggetela. É una delle più belle cose che siano mai uscite da penna umana. E poi, questi spettacoli hanno una virtù educativa molto maggiore di quella dei nostri drammetti lagrimosi e borghesi; appartengano pure anch'essi a quello che in Francia si chiama Thèâtre d'idèes. Io ho sentito in questi giorni gli Avariati di Brieux. Non nego la generosità dell'intento: nego l'efficacia educativa del dramma. Il quale è tutto fuorchè un'opera d'arte; e gli uomini continueranno ad.... avariarsi lo stesso. eleonora duse

A proposito di burocrazia e di accademia, è accaduto nello scorso dicembte un caso curioso ad uno dei nostri più illustri scultori. Era rimasta vacante la cattedra di scultura nella Accademia di Belle (?) Arti di Torino, ed era stato indetto il concorso per la successione. Al concorso parteciparono fra gli altri Cesare Zocchi e, reluttante ma spintovi dagli amici, Leonardo Bistolfi. I confronti sono sempre odiosi: ma che cosa altro è un concorso, se non un confronto legalizzato e burocratizzato? Ora lo Zocchi è senza dubbio un artista pregevole; ma è certo che l'opera del Bistolfi ha importanza molto maggiore della sua. Il primo è uno che cammina con la tradizione: il secondo è tale che nell'arte della scultura ha saputo dire una uova parola. Il primo, anche insegnando dalla cattedra di Torino, sarà sempre un discepolo; il secondo, anche senza alcun insegnamento ufficiale, è già un maestro ed ha d'altra parte gran numero di discepoli in tutta Italia. Orbene, la Commissione governativa ha creduto bene di classificare Leonardo Bistolfi dopo Cesare Zocchi.

Io non voglio far credere di intendermene di più di quegli illustri accademici decorati e posso anche ammettere con loro che quel giudizio sia giusto.