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L'ULANO DEL CONCERTO 153

Per un momento tutti rimasero di sasso: il signor Winterberg abbracciava il leggio della dalla disperazione, poi nascondeva la faccia tra le mani, per non vedere il tumulto che stava per iscoppiare.

Ed una tempesta si scatenò: tutti erano fuori di sè per lo sgomento.

Fra i membri del Comitato ed il signor Winterberg cominciò un vivace scambio di parole. Che cosa fare adesso?

Da qualche parte uscirono le parole: «Economia male intesa»; ed il signor Winterberg, cogliendo la palla al balzo, rispose: «Se lor signori mi avessero fornito i mezzi per scritturare un baritono forestiero, noi oggi avremmo un buon concerto. Anche loro sono stati soldati, ed avrebbero dovuto sapere, che un ufficiale non può disporre come vuole del suo tempo. A me non possono fare nessun rimprovero: io ho fatto del mio meglio. Nessuno può farsi un'idea della pena che ho sopportato alle prove: è colpa loro, signori, non mia, se oggi noi siamo senza un Paolo».

Era un gran rimprovero, che un Comitato rispettabile, come quello, non voleva prendersi in santa pace.

«Da questo momento lei è licenziato dal posto di direttore del Circolo musicale!» gridò il presidente del Comitato.


Un «sia lodato il cielo!» si sprigionò dalle labbra del signor Winterberg, tanto duramente tartassato, che a testa alta lasciò la sala.

Dietro di lui uscirono i membri del Comitato, per persuaderlo a dirigere almeno per quella sera; il signor Winterberg non degnò quei signori nemmeno di uno sguardo.

Pronto al combattimento, egli brandì con la destra il suo fido ombrellone, ed a quello spauracchio andò debitore, se lo si lasciò andare indisturbato. Senza direttore e senza Paolo ogni rappresentazione era impossibile: il concerto era bello e finito.

III.


I Monsterberg davano il loro primo trattenimento: numerosi inviti erano stati diramati fra le prime Autorità e fra gli ufficiali, e tutti avevano accettato. In un baleno si era sparsa per la città la notizia che anche Below sarebbe intervenuto al pranzo, e tutti erano curiosi di sapere dalla sua bocca il motivo del suo mancato intervento al concerto.

Le più pazze voci circolavano per la città: che egli era caduto da cavallo, che aveva ucciso un avversario in duello, che aveva trafitto a sangue freddo e sorridendo un subalterno il quale gli aveva disobbedito.

E qualcheduno sosteneva, che Below aveva inviato quel biglietto di scusa di non poter partecipare al concerto, unicamente per far parlare di sè.

Come tutto il resto, anche questo fu creduto. Espressioni molto poco lusinghiere furono pronunciate a suo riguardo, e lo si chiamò addirittura un bellimbusto, a cui piaceva fare della posa.

Da questo appellativo lo difendeva, di fronte ad un'amica, Elena di Monsterberg; e, a dir vero, lo faceva in modo così energico, che alla sera dello stesso giorno per tutta la città si dava per certo, che il signor Di Below era fidanzato con la signorina Monsterberg.

E le mamme, che avevano parecchie figlie in magazzino, si affrettavano a dire da per tutto, che non potevano addirittura comprendere come si potesse affidare la sorte di una figlia unica ad un tale uomo; esse non lo avrebbero mai fatto, perchè, grazie a Dio, amavano troppo le loro figlie, per commettere simili imprudenze.

Grandissima era dunque l'aspettativa per la serata dei Monsterberg.

Con isquisita gentilezza i padroni di casa