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L'ULANO DEL CONCERTO 155

nuovo: la punisco perciò con cinque giorni di arresti in casa». Eccomi bell'e fritto: vane furono le mie preghiere e quelle del Colonnello per ottenere almeno che la punizione fosse differita, perchè potessi partecipare al concerto. Il Generale fu d'opinione che nessun ufficiale fosse un Paolo; tanto meno poi che Paolo fosse mai stato ufficiale. Così la mia punizione fu irrevocabile».

«E questa punizione ha qualche influenza sulla sua carriera?» domandò la signorina.

«Nient'affatto» egli rispose «per la semplice ragione che io sono deciso di svestire questa divisa multicolore. Col primo di gennaio compaiono i miei dodici anni di servizio obbligatorio; andrò poi in congedo, e allora mi comprenderò in qualche luogo un podere, e mi metterò a piantare carote».


«Ella ci vuole lasciare?»

Invano essa cercò di nascondere il suo turbamento; la sua voce tremava, ed ella comprese di essere divenuta molto pallida.

Il tenente finse di non accorgersene; ma i suoi occhi la fiddarono con uno sguardo scrutatore e indagatore, allorchè disse: «Ho pensato a ciò mentre per cinque lunghi giorni andavo in su e in giù per la mia stanza. Un arresto in casa può capitare a qualunque ufficiale. Io so che gli stessi ufficiali superiori ammogliati furono costretti a partire, senza tergiversazioni, per Heligoland, e conosco perfino un Colonnello, che è d'opinione che ogni ufficiale deve almeno una volta nella sua vita provare quel che siano gli arresti. Io vorrei evitare che quello toccato a me si ripetesse. Ne ho più che abbastanza della prima volta, almeno finchè sono scapolo. Oh! se fossi ammogliato, ed avessi qualcuno che mi facesse compagnia, in caso che fossi costretto a partire un'altra volta per Heligoland, allora sarebbe tutt'altra cosa: allora resterei ancora in servizio, perchè, ciò nonostante, la vita miliare è sempre bella. Credo che mi riuscirà molto difficile lo staccarmene, e, lo confesso, la mia decisione non è ancora irrevocabile. Vuole lei aiutarmi e consigliarmi, signorina? Dica, che debbo fare? Andare o restare?»

Egli prese la mano, lo guardò con occhi supplichevoli, ed essa, con voce appena percettibile, mentre lo guardava con un sorriso pieno di felicità, bisbigliò: «Resta!»

Ed anche quella sera Below sedette, senza esserne invitato, al pianoforte; e mai aveva cantato con tanto ardore, come in quel momento, in cui cantava l'aria del Paolo: «Ti ringrazio, mio Dio, mio Signore, con tutto il cuore, eternamente».

Soltanto tre giorni dopo, quando furono spedite le partecipazioni di fidanzamento, le signore compresero perchè Below avesse scelto proprio quell'aria: del resto dichiararono che era veramente ora che egli prendesse moglie, perchè allora avevano saputo da fronte più che sicura, che realmente egli era stato ad Heligoland, e che in quella fortezza — presso a poco come Dreyfus nell'isola del Diavolo — aveva scontato una pena, e a dir vero breve, ma molto severa, per una «grave mancanza commessa in servizio».