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208 ARS ET LABOR

l'ultimo, a traverso un congegnatissimo sistema di tegole di terra refrattaria. Il fuoco divampa entro l'edificio: da uno sportello, che mi si apre dinanzi, ho la visione esatta dell'inferno. Ma, nel mentre questi forni Spirek concedono di trarre tutto il profitto anche dal minerale più povero — beneficio questo che non si aveva prima, per cu incerti giacimenti erano abbandonati come infruttiferi pur quando avrebbero potuto dare frutti eccellenti — essi presentano insieme l'antro enorme e, moralmente, più grande vantaggio di preservare gli operai da ogni genere di avvelenamento idrargico, con tutta una canalizzazione sapiente dei gas mercuriali, che li raccoglie completamente e li sfrutta ancora sino all'ultima molecole.

forni-armati spiker.

Con questa innovazione umanitaria, non si vedono più nelle miniere che hanno adottato il forno Spirek uomini colle membra tremule, il viso giallo e cavo, segnati da una certa condanna di morte. Si può lavorare attorno ai forni di mercurio impunemente, oramai. Gran cosa, questa, dinanzi al diritto del lavoratore di avere tutelata l'esistenza, in cambio della sua fatica!

Il minerale combusto, per un seguito di processi, abbandona finalmente il metallo. A un lato del forno si apre una cannella ed io vedo spillare e cadere entro una tinozza, il più scintillante, ed il meno liquido dei liquidi: l'argento vivo, l'drargirio, il mercurio, insomma! Tuffo la mano nella tinozza, credendo affondarla nell'acqua.... Quell'acqua è dura ed elastica e fa di tutto per spingermi via. Ma io premo con tutta la forza, la mano affonda e si gela. Quando la traggo fuori, la guardo ed istintivamente cerco un fazzoletto per asciugarla... La mano è asciutta: quel liquido è un corpo solido!

la parte superiore dei forni-armati spiker.

Il quale, accuratamente posto in bombole, è spedito per il mondo — ad onore e gloria dell'industria metallurgica italiana ed a ben guadagnata ricchezza dei proprietari antichi e dei recenti.

  Donna Paola.