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teresa mariani 229

promiscuità medesima di gusti e di tendenze ch'è fuori dalla scena nella nostra epoca di transizione, d'incertezze e di scetticismi.

Nella libertà accresciuta dei generi drammatici la versatilità secolare dei comici italiana si adagia mirabilmente e altro limite ormai più non trova che quello posto dalla persona fisica e dalle individuali attitudini del temperamento artistico. Al temperamento di Teresa Mariani repugnano in modo assoluto soltanto i personaggi che si potrebbero chiamare cerebrali e riflessi. Enrico Ibsen con le sue donne involute, armate di pause cogitabonde e spettrali, Alessandro Dumas figlio quando espone con intenti dimostrativi le sue eleganze da salotto, tutto il repertorio che ha il passo concertato dell'antica tragedia, esulano dai gusti dell'attrice nostra che conosce in vece, e domina, ogni segreto più opposto della recitazione visiva, improvvisa e quasi tangibile: dalle audacie cortigiane della Crevette nella Dame de chez maxim del Feydeau, dalle sensualità più passionalmente lascive di Bobette Langlois nel Nouveau jeu del Lavedan, dalle piccole malizie borghesi di Susanna Leperrieri nel Dieci minuti di fermata00 del Duval, alla composta ironia di Niobe nella commedia omonima del Paulton, e alle creazioni sentimentali nell'Ovile del Bernstein e nell'Altro pericolo del Donnay.

Corruzioni, passioni e caricature tutte cutanee, senza le violenze d'animo e gli sconcerti terribili che si immedesimano in vece con la recitazione di Eleonora Duse e, nelle sue sere migliori, di Irma Gramatica. A Teresa mariani la modernità ha dato lo stretto necessario per rendere intonata la recitazione al repertorio: ma le linee fondamentali, la struttura del suo teatro appartengono, nel miglior significato della parola, alla commedia dell'arte, alla recitazione istintiva. Ha nel gioco, non ricco, dei lineamenti, nel gesto e nella ricchezza delle movenze gl'istinti non l'estetica dell'arte drammatica.

Estetica, al contrario, è la sua dizione. Fate descrivere alla mariani anche un nonnulla e non avrete ombra di stanchezza: vi sentirete accarezzar l'orecchio da tutte le musicalità più squisite della parlata italiana. Nella sua voce limpida passano accenti semplici, suoni chiari, cadenze appropriate. Nel terzo atto del Nouveau jeu, quando racconta certo rotolar di cucchiai d'argento da una scatola rovesciata e infiora il racconto con un trillar di risa aperte e serene, nell'intiera interpretazione di Niobe quando scende a piene sillabe il gioco garbato dell'ironia, la dizione di Teresa Mariani gode — per accento assai che per pronunzia — di ogni modernità.

Ed è a quest'altro suo dono di natura molto prezioso in terra, come l'italia nostra, di dialetti, che sovvertono per lunga eredità di consuetudini i diritti della lingua nazionale. I comici italiani, stretti in parentela con la vita regionale, sanno più facilmente — per la ricordata virtù di assimilazione — trascorrere d'uno in altro dialetto, che non abbandonare le cadenze e il colore troppo accentuato. Di tale versatilità dialettale è oggi esempio tipico Ermete Novelli, che non possiede in vece (e non gli occorre, del resto, troppo rigorosamente per il repertorio brillante in cui eccelle) la purezza linguistica italiana.

Un grave danno per le Compagnie drammatiche è il soverchio frazionamento, che si accentua anche peggio nel triennio comico incominciato con questo mese di marzo. teresa mariani in viaggio. Si parla a favore di un teatro stabile, se ne ritenta anzi da qualche anno — sempre con successo negativo — la creazione, non tenendo conto della necessità indistruttibile che gli attori nostri hanno di distribuire la propria arte fra una decina di città primarie, tutte egualmente, o pressocchè ugualmente, importanti e tutte incapaci di dar vita da sola a una grande, completa, organica fissità di residenza. Molto più logico sarebbe intanto provvedere a un bisogno di ben altra urgenza: alla stabilità degli elementi drammatici. Stabilità che si potrebbe ottenere anche lasciando viaggiare, circolare le Compagnie per le arterie del paese.

Fra le prime esigenze è quella di dar vita a