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ROMANZO DI
Mrs. HUMPHRY WARD
Continuazione, vedi N. 12 di Musica e Musicisti 1905
— Temo che lei le dia troppo da lavorare. Julie non è più che pelle ed ossa.
Il Dr. Meredith crollo il capo.
— Al contrario, io la tengo indietro. Ma pure che voglia guadagnare molto denaro.
— É assurdo — esclamò la Duchessa — quando vi sono delle persone che non domanderebbero di meglio che di dargliene.
— No, no — disse bruscamente il giornalista. — In questo essa ha perfettamente ragione. Oh! tutto andrebbe bene, se essa tornasse quella di una volta. Non impiegherebbe molto tempo per annientare Lady Henry. Ma.... Mademoiselle Julie! — mentre essa passava presso a loro. — la prego, si sieda e riposi un momento. Non si dia tanta pena.
Julie rivolse loro un sorriso.
— Lord Lackington se ne va — e si affrettò a seguirlo.
Lord Lackington faceva parte di un crocchio di persone che comprendeva pure Sir Wilfrid e Mr. Montresor.
— Buona sera, buona sera — diss'egli a Julie, — Bisogna che mi ritiri, dormo in piedi.
— Siete stanco di avermi maltrattato? — disse Montreson con calma rivolgendosi a lui.
— No, sono stanco di aver constatato che le vostre idee non hanno nè coda nè piedi — rispose Lord Lackington allegramente. Indi si inchinò verso Julie. — Curatevi. Tornateci più rosea... e più grassa.
— Sto benissimo. Mi permetta di accompagnarla.
— No, non disturbatevi.
Essa lo aveva seguito in anticamera e cercava il suo soprabito. L'organizzazione di quella piccola serata era delle più semplici. Julie avendoci messo un certo amor proprio. Madame Bornier e Thèrese servivano il thè e il caffè della sala da pranzo. Una domestica, presa per la circostanza, e Julie stessa, più attiva che mai, sorvegliavano tutto. Essa aveva preso per modello alcuni de' suoi ricordi di Francia, ed altri più lontani ancora — il modesto salotto di sua madre a Bruges, ove la conversazione era delle migliori, malgrado la scarsità dei rinfreschi — qualche tazza di thè assai debole o dei bicchieri d'acqua zuccherata con un piatto di patisserie.
La domestica d'occasione stava chiamando un cab per un altro invitato pronto a partire. Julie aiutò dunque lei Lord Lackington, suo malgrado, adì indossare il soprabito.
— Credo che avrebbe fatto meglio a non venire — gli diss'ella con voce di colce rimprovero. — Perchè ha avuto quello svenimento prima di pranzo?
— Ma dico! chi vi ha raccontato queste storie?
— Sir Wilfrid ha pranzato con suo figlio, Mr. Chantrey.
— Mio figlio non può mai tener la lingua in bocca. Oh! non è stato nulla, grazie ai rimedi appropriati: ben inteso! Se gli allopatici potessero piantare i loro ferri nella mia persona! Ma grazie a Dio sono fuori di questa galera. Ebbene, fra una quindicina, ci ritroveremo ambedue in città, nevvero? NOn mi piace a dover dire addio!
E le prese le mani mormorando:
— Tutto questo mi sembra ancora così strano, così strano!
— La settimana ventura vedrò la tomba della povera mamma — disse Julie con un fil di voce. — Devo mettervi alcuni fiori per lei?
Gli occhi azzurri del vecchio nonno si offuscarono, abbassandosi su di lei.
— Si, e scrivetemi. Tornate presto. Oh vedrete, tutto si aggiusterà... perfettaemnte, a dispetto di Lady Henry.
La fiducia, l'incoraggiamento, una graziosa ironia, una tenerezza entusiastica, tutto ciò avvolgeva Julio, sprigionandosi dal gesto e dalla voce del vecchio. Ma dopo un'ultima stretta di mano scomparve. Mentre la carrozza si allontanava, lo strepito delle ruote le fece male. Era