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28 ARS ET LABOR

qualcosa come una specie di protezione che spariva; qualcosa che le apparteneva più intimamente di tutto il resto.

Quando tornò in sala, il Dr. Meredith la fermò.

— Vuole che le mandi del lavoro da portar in viaggio? — le disse sottovoce. — Non lo farò certamente.

— Perchè?

— Perchè lei ha bisogno di riposo completo.

— Benissimo. Così non potrò pagare il mio viaggio — diss'ella con un sorriso di stanchezza.

— Pensi al conto del dottore, se cade ammalata.

— Ammalata! Non sono mai ammalata — rispose con sprezzo. I suoi occhi fecero il giro della sala; poi guardò nuovamente Meredith. — In ogni modo, non sarò certo la società che mi stancherà, le pare? — soggiunse con voce che non cercava di celare l'amarezza interna.

— Ma, cara signorina, è appena venuta in questa casa.

— Ci sono da un mese — il mese più critico. É il momento di schierarsi dalla mia parte, o di abbandonarmi, n'est-ce pas? Questo è il mio primo ricevimento, la serata d'inaugurazione. Ho mandato gli inviti quindici giorni prima: ho invitato circa 70 persone, tutte persone che conosco bene. Alcuni non risposero affatto. Fra gli altri, la metà si è scusata.... piuttosto freddamente, e quelli che hanno accettato non sono tutti qui. E che serata fredda!

Meredith la guardò un po' confuso non sapendo cosa dire. Era vero che il ricevimento aveva mancato di brio. Nella mente di ambedue si affacciava il ricordo dei mercoledì di Lady Henry, delle splendide sale, della società brillante e variata, e gli omaggi resi alla dama di compagnia di Lady henry.

— Suppongo — disse Julie collando le spalle — che da vera stolta, aveva sognato le maitresse de salon francesi_ Mademoiselle de l'Espinasse o Madama Mohl; figurandomi che la gente sarebbe venuta da me per una tazza di thè o un'ora di piacevole conversazione. Ma in Inghilterra, a quanto pare, bisogna essere pagati per discorrere. La conversazione è un affare, e qui non la si dà per niente.

— No, no! lei esagera — replicò Meredith.

In fondo al suo cuore egli si ripeteva che Julie non si era mostrata se stessa quella sera. I suoi meravigliosi istinti mondai, la sua memoria, il suo spirito, le avevano in certo qual modo fatto difetto. E la piccola riunione si era intonata sull'amore della padrona di casa assorto, non naturale e forzatamente gaio.

— In ogni modo le resta la vecchia guardia! — soggiunse il giornalista con un sorriso girando attorno allo sguardo. — La Duchessa, Delafield, Montresor e sua moglie, il generale Mc' Gill, e tre o quattro vecchi habitués delle serata di Bruton Street, erano sparsi per la sala. Vi era pure il generale Fergus, venuto presto per rimanere tardi. La sua leale figura di soldato, l'accento allegro, semplice e spensierato con cui dispensava la sua conversazione altamente interessante, conversazione di un uomo che fu associato tutta la vita alla fortuna del suo paese, tutto ciò aveva contribuito a sostenere bene o male la piccola riunione di Julie. Essa guardò il generale con riconoscenza, indi rispose a Meredith:

— Mr. Montresor non tornerà più in casa mia.

— Cosa dice mai? Ingrata! Montresor! Ma egli ha già sacrificato Lady Henry e delle abitudini di trent'anni ai suoi beaux yeux!

— Ecco ciò che non mi perdonerò mai — rispose tristamente Julie. — Egli ha soddisfatto il suo orgoglio, ed io ho perduto un amico.

— Pessimista! La signora Montresor le mostra la più viva amicizia.

Julie rise.

— Oh! lei, naturalmente è felice. Suo marito non le aveva mai appartenuto finora. Lei ha sposato sotto riserva dei diritti di Lady Henry. Ma dimenticherà presto il servizio che le resi e con esso la mia esistenza.

— Non discuterò più. Ciò la rende vieppiù ostinata. Ah! qualcuno giunge ancora. — E sulla porta che si apriva, comparve l'alta figura del maggiore Warkworth.

— Vengo troppo tardi? — chiese egli sorpreso vedendo la sala quasi vuota.

Julie gli andò incontro, ed egli si scusò col pretesto d'un pranzo, dove i membri del Ministero si erano fatti attendere un'ora.

Dall'angolo oscuro ove Julie l'aveva lasciato, Meredith osservava il giovane. Le maldicenze del momento erano giunte sino a lui, ma egli non ci aveva badato gran che. Nessuno sembrava essere direttamente informato circa all'affare Moffatt, ed a lui pareva assai difficile che Julie Le Breton potesse lasciarsi ingannare da un uomo qualsiasi.

Era necessario che prendesse marito, povera figliuola! Era necessario. Ora ch'egli sapeva con certezza ch'essa non lo accetterebbe mai, quel gran cuore si sforzava di soffocare ogni impulso, meschino ed egoista. Ma un Warkwort! — di carattere e di moralità nferiore — ahimè! perchè le donne intelligenti sono così stolte?

Se almeno Julie avesse avuto fiducia in lui — in lui l'amico devoto, egli sarebbe riuscito, credeva, a influenzarla senza offenderla.