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32 ARS ET LABOR

— Non sono gelosa ora — diss'ella guardandolo con desolazione. — Non la odio più. E se essa sapesse tutto, non sarebbe capace di odiarmi.

— Nessuno potrebbe odiarla. É un angelo. Ma non è la mia Julie! — dichiarò egli con veemenza.

E fece sparire la piccola fotografia.

— Ditemi — proseguì Julie, dopo una pausa, mettendogli una mano sul ginocchio. — Quando avete cominciato a pensare a me.... in modo diverso? Tutto quest'inverno in cui ci siamo sempre incontrati voi.... voi non mi amavate ancora?

— Come potevo io, nella posizione in cui mi trovavo, lasciarmi andare a delle idee amorose? Non sapevo che una sola cosa, avevo continuamente il desiderio di vedervi, di parlarvi, di scrivervi; i giorni che non ci vedevamo erano giorni perduti. Non siate così fiera — soggiunse egli cercando di celiare. — Voi pure non pensavate a me in modo speciale. Eravate troppo occupata a creare dei vescovi, dei giudici e degli accademici! Oh Julie! che timore mi incutevate in quei primi tempi!

— La prima sera che ci siamo visti — diss'ella con passione — ho trovato un garofano che avevate portato alla bottoneria. L'ho messo sotto al mio guanciale, e durante la notte lo toccavo come un talismano. Eravate riuscito due volte a sviare il cattivo umore di Lady henry verso di ime. Mi avevate sorriso, mi avevate stretto la mano, non come gli altri, ma come se mi aveste compresa, io, — o almeno come se cercaste di comprendermi. Poi venne la gioia fra tutte le gioie, quella di potervi essere utile — di poter dare qualcosa per voi. Ah! come questo ha trasformato la mia vita! Non svoltavo mai l'angolo di una via senza pensare alla probabilità di incontrarvi — improvvisamente — sul mio cammino. Non udivo mai la vostra voce senza sussultare dalla testa ai piedi. Non facevo nè un'amicizia, nè una conoscenza nuova senza domandami prima in cosa poteva esservi utile. Non vi vedevo mai entrare in sala, senza che il mio cuore balzasse dalla felicitò Non dormivo senza rivedervi nei miei sogni. Odiavo Londra quando non c'eravate. Voi presente Londra diveniva per me il paradiso!

Egli teneva sempre le sue mani; essa si era gettata indietro, irrigidita, col corpo tremante per l'ardore di quella confessione. I suoi magnifici capelli, scappando dai cerchietti d'oro che li avevano imprigionati durante la sera, cadevano in masse lucenti sulla sua fronte e sul suo collo delicato. Quella chioma sciolta, lo splendore de' suoi occhi, la drammatica audacia della sua attitudine prestavano alla sua persona ed al suo visto una bellezza selvaggia e acuta.

Presso di lei Warkworth ebbe dapprima l'impressione di grande stupore — poi di una specie di ripulsa e di timore — ed infine tutto ciò si perdete in uno slancio di gioia e di gratitudine.

Alcune lagrime gli scorrevano sulle guancie.

— Julie! mi rendete vergognoso, mi abbassate fino a terra!

Egli tentò di stringerla ancora nelle sue braccia. Julie resistette. Non erano carezze che imploravano i suoi occhi, i suoi occhi febbrilmente brillanti per il ricordo sei suoi sogni passati. Si scostò da lui, e alzandosi chiuse la finestra, mosse la lampada e rassettò la sua capigliatura ribelle.

— Non dobbiamo essere così pazzi! — diss'ella con un sorriso vacillante, riponendosi a sedere, ma più discostata da lui. — Vedete per me il gran problema è questo: — la sua voce diventava bassa e rapida. — Cosa farò del futuro? Quanto a voi è molto semplice. Ci separiamo questa sera. Voi avere la carriera, il matrimonio. Mi eclisso dalla vostra vita — assolutamente. Ma io?

Si fermò. Si sarebbe detto qualcuno che cercasse uno scampo nell'oscurità.

— I vostri amici — disse Warkworth assai agitato — il vostro lovoro, Julie, tutto questo vi assorbirà. Poi in seguito vi sposerete, vi dovete sposare! Oh, mi dimenticherete presto, Julie. Prego Iddio che sia così.

— I miei amici? — ripetè essa scordando il resto del discorso. — Vi ho già detto che non ne ho più. La società prende le parti di Lady henry. Mi vogliono far capire di stare al mio posto. Lo so.

— La Duchessa lotterà per voi.

Julie sorrise.

— il Duca non glielo permetterebbe, ed io neppure.

— Prenderete marito! — diss'egli nuovamente con emozione. — Troverete un uomo degno di voi, un uomo che vi darà l'alta posizione per la quale siete nata.

— Potrei averla anche subito — diss'ella fissandolo quietamente negli occhi.

Warkworth indietreggiò provando la sensazione di un colpo sgradevole. Egli aveva parlato di vaghe probabilità, disponendo dell'avvenire con quella prodigalità di parole, quella facilità di profezia che costa tanto poco. Ma cosa voleva dire essa?

— Delafield! — esclamò alfine.


(Dall'inglese).   (Continua).