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Pagina:Ars et Labor, 1906 vol. I.djvu/34

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34 ARS ET LABOR

metodo razionale, perchè non lascia modo agli archeologi di scriver troppo, prima di aver bene espletato le indagini d'indole elementare, è quello appunto che ha dato tanto meritata fama al Boni, e sulla cui via si son messi tutti, salvo quei testardi accademici, che credono ancora di poter risolvere le più vitali questioni di etnologia, di archeologia e di storia, concentrandosi di un po' di filologia o dello svisceramento delle adusate e ormai troppo vecchie fonti. Ma pur troppo anche in archeologia, o rinnovarsi o morire! E quando i parrucconi non troveranno comodo di continuare per altra vita, dovranno far posto ai giovani baldi e volonterosi, ai quali la scienza darà nuovi scintillii di genialità nella ricerca.


ercolano: casa di argo. Il prof. Innocenzo Dall'Osso, già noto per i suoi lavori preistorici in Bologna, venuto alla direzione degli scavi di Napoli, tentò con fortuna dei saggi presso Pompei nella Valle del Sarno e riuscì a determinare l'esistenza d'un popolo ignorato, che aveva una una civiltà propria, 2000 e più anni a. Cristo, in tutta questa regione vesuviana, in modo da spiegare tutta l'evoluzione posterioe e non solo; ma da fermare l'attenzione in torno ai nostri progenitori, dei quali nulla si sapeva.

Ricordando che l'illustre Fiorelli, in base al fatto, che i parallelepipedi, che compongono i muri esterni delle più antiche case pompeiana e la parte inferiore della cinta, sono di pietra sarnese, con felice intuità argomentò, che i primi abitatori di Pompei fossero appunto i Sarrasti, che dai monti di Sarno, ultima pendice dell'Appennino Campano, probabilmente erano discesi, segrno il corso del cammino verso il fiume, fino al luogo ove sorge Pompei.

ercolano: la ricostruzione del teatro. Rintracciando dunque le sedi dei prischi abitatori di quella valle della del Sarno, e dei vicini monti, egli avrebbe certo portato un non disutile contributo alla tanto agitata questione delle origini di POmpei, rimaste finora nel campo di dotti senza amore di ricerca e in tutt'altre faccende affaccendati. Suo primo pensiero fu quello di rivolgersi al cav. Marco Pisano, Sindaco del Comune di S. Marzano, il quale notoriamente cusctodica nella propria casa una pregevole collezione di pggetti preistorici, risultato di ritrovamenti fortuiti, avvenuti poco innanzi in un fondo di una proprietà detta padula, discosto pochi passi a nord-est del paese ed alla sua grande e proverbiale cortesia, egli deve gran parte delle sua scoperte. Lungo sarebbe riportarci alla magnifica relazione di quello scavo. Quello che interessa sono le conclusioni, che ci hanno dato la chiave per i saggi intorno agli scavi preistorici di Pompei, e che rivelano tutto un nuovo orizzonte per le ricerche, intorno alla favolosa storia del golfo partenopeo, finora rimasta al culto delle Sirene.

Il Dall'Osso, compiendo una campagna accurate per oltre un anno, riuscì ad ottenere il bel risultato d'allogare nel Museo di Napoli due magnifiche sale di oggetti preistorici, che incominciando dalle caverne fanno conoscere tutta la lunga evoluzione preistorica fino al giunger della civiltà preelleniche, le quali