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proiezioni 47

freschezza, a invecchiarsi alla ribalta. Calabresi ha ben fatto a mettere gli occhi su di lei. Ella saprà essere un elemento assai decoroso ed utile nella sua compagnia.

giulio tempesti.

Giulio Tempesti. — É profondamente vero che le qualità naturali d'ingegno non bastano per far fortuna, se il caso non le aiuta e non le mette in evidenza. Il giovane attore del quale presentiamo l'effige ai nostri lettori, è stato messo in luce da una parte; quella del serparo nella Fiaccola sotto il moggio. Nell'esecuzione in complesso mediocre dell'ultima tragedia d'Annunziana è certo il Tempesti quello che s'è fatto meglio notare. La sua parte non è molto lunga. Appena due scene; ma le due scene sono bastate. Il Tempesti ha composto il personaggio con tanta arte, con tanta finezza, ha recitato con così bella moderazione, con tanta nitidezza e verità e armonia insieme, che da quel giorno s'è cominciato a guardare a lui come ad una buona speranza del teatro.

Ma terrà la promessa? É sperabile.

Il Tempesti è toscano, e s'è dato all'arte non per tradizione famigliare ma per passione. I suoi principi non furono molto fortunati. Chi scrive lo ricorda nella Compagnia di grandi spettacoli Berti-Masi, buon dicitore, ma nulla più. Certo non mostrava allora d'essere capace di dare a una figura il forte risalto che ha dato a quella del vecchio cacciatore di serpi abruzzese. Forse gli era mancata l'opportunità; forse era anche in quel periodo di preparazione nel quale le forze migliori sono incerte o rimangono occulte. Ora è con il Fumagalli e con il Fumagalli resterà anche l'anno prossimo. Ma questo è sicuro, che quando si tratterà di rinnovare le maggiori Compagnie che si riuniranno in quaresima bisognerà anche del Tempesti tener conto. Il teatro è fatto così; spinge presto in mostra coloro che lo meritano; poi è facile che attorno a loro si discuta e si calcoli sul mercato degli affari scenici.

Ma sarà per il Tempesti una questione delicata la scelta del ruolo. Per quello che lo conosciamo noi non possiamo giudicare se egli abbia le qualità necessarie per diventare un primo attore. Ma è probabile che sì, giacchè il calore nativo, la forza del recitare, la capacità a delineare meglio le figure più recise e definite, gli additano quella via.

I. Philipp. — Del Conservatorio di Parigi è uno die professori più rinomati, più attraenti e più suggestivi, gli è quanto dire che in lui si armonizzano il valore dell'artista, l'amabilità del gentiluomo, il fascino persuadente del didattico. Il prof. I. Philipp è prima di tutto un pianista di primo ordine, come interprete e come esecutore: d'un valore indiscutibile sono quindi tutti i lavori suoi di trascrizione, di diteggiatura, di riduzione i. philipp. per pianoforte. La nostra Casa ha pubblicato (Euvres d'Orgue di J. S. Bach, trascritte per due pianoforti con un meraviglioso intuito d'ogni miglior effetto e con uno scrupolo rispetto stilistico davvero