Pagina:Arturo Graf - Le Danaidi.djvu/112

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100 LA LEGGENDA DI ECCARTO Eravi stato un nobil giovinetto, Simile nel costume e nell’aspetto A un serafino, e si chiamava Eccarto. Il qual di poco avea passato il quarto Lustro, quando un mattin di primavera Uscì pel bosco, e (qual che poi la vera Cagion ne fosse) in quello stesso giorno Sparve, e non fece mai, mai più ritorno, E nessun più di lui seppe novella. „ Piangendo Eccarto udì narrar da quella Verace bocca il proprio caso; e il santo Priore in lui riconosceva intanto Quel serafico volto e quel costume. Egli un antico e logoro volume Fece recar, dove con certe sorti Da trecent’anni si scrivean le morti Di tutti i frati di quel chiostro, e in esso Trovò che un secol prima, in quello stesso Giorno, il povero Eccarto era di quivi Sparito, e forse era mancato ai vivi. Novo e grande miracolo di Dio Manifesto allor fu: quella che al pio Servo di Cristo era sembrata un’ora, Quando in ciel si credè dalla canora