Pagina:Ascensioni umane Fogazzaro.djvu/11

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Proemio xiii

intellettiva e immortale, essenzialmente diversa dalle anime che la precedettero. La creò capace di apprendere l’Essere, la Verità, e d’amarla, di amare ciò che non ha corpo, un’Idea, un Invisibile. La creò dominata dal concetto di causa, dalla necessità di attribuire a ogni fenomeno una causa, la creò capace di temere e di amare le credute Cause delle cose, E poichè la creò tale fin dal principio, prima che esistesse, con un azione universale e continua, il fine della Creazione traluce in una forma logica all’intelletto umano che scruta e medita le proprie origini. Quando ci si fa della creazione dell’uomo un racconto insopportabile, nel nostro tempo, dalle intelligenze colte e ci si prescrive di onorare Chi ci ha fatti a quel modo, si amalgama il principio stesso di ogni obbligo religioso e morale a una materia ripugnante. Perciò l’obbligo religioso e morale viene facilmente respinto dall’orgoglio umano, dall’intelletto superbo che in sè solo confida. Noi, evoluzionisti cristiani, affrontiamo questa superbia, per la stessa verità, con armi diverse, e la costringiamo, deposti i facili sdegni, a difendersi, Noi teniamo ricomposto in pugno lo spezzato Libro della Vita, dove leggiamo scritto a grandi lettere di luce che Iddio ha creato perchè la sua creatura lo intenda, lo ami e lo glorifichi. La prima lettera incomincia all’origine del Pia-