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con voi»; ai secondi, che ora sono in auge, si può dire colla stessa ironia: «Voi siete uomini davvero e la sapienza è nata con voi».

Il Le Conte considera il problema del male nella nuova luce che gli viene da una teoria spiritualista dell’Evoluzione1. Osserva come il dolore che precedette la umanità nel mondo fosse inseparabile da alcuni fattori di evoluzione, dalla lotta per l’esistenza, dal conflitto con l’ambiente, e non possa chiamarsi male se ha condotto la natura terrestre alla sua sommità, l’uomo. Osserva quindi come non possa chiamarsi male neppur più tardi, se, movendo l’uomo a difendersi dagli elementi, dalle fiere, dai morbi, a studiare e usare le leggi del mondo fisico, è stato potente strumento del suo progresso. Ma vi ha un male peggiore di tutti, quello che dagli organismi è passato nello spirito, il male morale.

Anche lo spirito si trova in conflitto con un ambiente nemico; deve vincere o soccombere. Come vincerà? Con lo studio e la pratica delle leggi del mondo morale. La evoluzione ideale dello spirito umano lo conduce dall’innocenza alla virtù; nella virtù sta la suprema grandezza dell’uomo, e chi dice virtù dice libertà, dice violenza contro il



  1. Le Conte, Op. Cit. The problem of evil.