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136 Atlandide


Un rullio di tamburi, un suon d’evviva,
     Uno scoppio d’applausi e di petardi
     Annunzia al mondo, che il gran vate arriva:
     È il tocco appena, e già parea sì tardi!
     La curiosità divien sì viva,
     Di tanto desiderio ardon gli sguardi,
     Che nelle autorità nasce il sospetto
     Non l’abbiano a squartar per troppo affetto.

Da quattro alunni suoi portato a braccia
     (Oh gloriosa gioventù latina!)
     Il monocolo mostro ecco s’affaccia
     In costume gentil di ballerina:
     Un corpettin celeste il sen gli allaccia
     Guernito a’ lembi d’un’aerea trina;
     L’anche gli adombra un gonnellin di velo,
     Il resto è nudo, ma lo copre il pelo.

A far più memorabile il successo
     Della festiva cerimonia e insieme
     A dimostrar che a lui tutto è permesso,
     Ch’ei fa ciò che gli pare e nulla teme,
     Appena entrato, ei dà l’ordine espresso,
     Che sia del Circo alle due parti estreme
     Legata, non però troppo in tirare,
     Una corda su cui vuol manovrare.