Pagina:Atlantide (Mario Rapisardi).djvu/239

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Canto undecimo 239


Mille balzâro al formidabil lampo
     Rossi leoni ed agitâr la chioma,
     E quel ch’or or parea funereo campo
     Opre mirò per cui rinacque Roma;
     All’improvviso, irresistibil vampo
     Tutta di tirannia l’idra fu doma;
     Ed altro osato il fatal brando avrebbe,
     Ma troppo altrui l’alta sua gloria increbbe.

Per la via luminosa, ove il valore
     Gl’inciampi ruppe e la vittoria rise,
     Sorse su bronzeo carro il patrio Amore,
     E l’età nova dietro a lui si mise:
     Tal per la via, che d’un soave albore
     Fascia le notti, il Sol nostro sorrise;
     E di nuovi, crescenti astri un festante
     Popolo il segue con tenor costante.

Passa il fulgido nume, e delle ruote
     Fervide, fragorose il mondo segna;
     Dei popoli cessanti il sonno scuote,
     E il sentier della gloria a tutti insegna;
     Spezza irose barriere, ozj percuote,
     Fuga monarchi, e di punir disdegna;
     E nello sdegno e nel perdon sublime,
     Entro la luce sua tutti redime.