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120 | giuseppe sordini |
l'assenza quasi assoluta, in Spoleto, di false iscrizioni, ne rendono molto credibile la sostanza.
E accennerò ancora, la chiesa e il monastero delle Palazze1, a metà costa, anch’essi; la chiesa e il monastero di S. Elisabetta2, e quella di S. Margherita3, le cui fabbriche si veggono tuttavia in un poggetto che dirama dal primo.
Né il terreno, che è in declivio, e tutto composto di conglomerato calcare breccioso (pliocenico terziario), opporrebbe difficoltà; che anzi, avrebbe reso agevole lo scavo. Tanto è ciò vero, che un’antica grotta, sconciamente nota a Spoleto, vedesi ancora a monte della chiesa di S. Ponziano.
E non mancano, infine, tradizioni popolari, tuttora vive, di cunicoli sotterranei, i quali, avendo l’ingresso loro nella chiesa e nel monastero di S. Ponziano, si sarebbero prolungati fin dentro la città odierna di Spoleto, per non breve tragitto. Una di queste tradizioni venne anche raccolta e ricordata dal più recente degli Storici spoletini, dal Barone A. Sansi, in un suo libro pubblicato nel 18694; ed è cosi particolareggiata che, se fosse esatta, ci darebbe nelle mani, senz’altro, la chiave del mistero che cerchiamo di penetrare. Nel 1869, a proposito del sotterraneo, esistente nella chiesa di S. Ponziano, il Sansi scriveva: «V’è in un lato di questa cripta un’apertura nel pavimento per la quale si scende una scala che s’arresta d’innanzi a macerie ammonticchiate. Dicono che fosse questo una volta l’ingresso di un cuniculo che si prolungava fin dentro la città».
Io ebbi occasione di esaminare quella cripta, cui si accede oggi dal monastero, mentre un tempo vi si scendeva per duplice scala5, dalla chiesa; cercai dell’ingresso al cunicolo, e mi venne indicato, nel pavimento, un chiusino quadrangolare vicino alla parete della tribuna estrema, di destra. Mi calai subito nel vano sottostante, ma non trovai traccia di scala, né di macerie; e quel vano sembronimi piuttosto un nascondiglio, reso utile o necessario dalle turbolenze medioevali, di cui la cripta stessa presenta notevoli traccie.
Questo io francamente debbo dichiarare, in omaggio al vero e per la serietà dei nostri studi; ma, l’insuccesso di una prima fuggevole visita, avente tutt’altro scopo, non deve diminuire per nulla, a mio giudizio, il valore degli argomenti e dei fatti allegati di sopra.
- ↑ Sussiste tuttavia la vecchia fabbrica della chiesa e di parte del monastero. Nella chiesa, ridotta a fenile, si veggono ancora alcuni affreschi del XV secolo. Appartiene al Cav. Francesco Gianni.
- ↑ Sopra un poggetto conico, tutto coperto di olivi, tra i torrenti Sanguineto e Tescino, che quasi lo recingono, sorge ancora il vecchio fabbricato, quasi intatto, della chiesa e del monastero di S. Elisabetta. Nella chiesa sono vani affreschi del XIV e XV secolo. Appartiene, oggi, alla Congregazione di Carità di Spoleto e serve di abitazione colonica.
- ↑ A piedi del poggio di S. Elisabetta, esisteva la chiesuola di S. Margherita. Appartenne alle monache della Stella, e passò poi in proprietà dei signori Zacchei-Travaglini, forse all'epoca della soppressione napoleonica. In questi ultimi anni, la chiesuola, che si conservava abbastanza bene, venne divisa in due piani; e, nella parte posteriore, le aggiunse un piccolo fabbricato il proprietario Filadelfo Migliorucci, il quale, morendo, lasciò tutti i suoi beni alla Società Operaia di Foligno. Ora, per recente acquisto, è passata ai signori Pompili di Spoleto.
Questa chiesuola, di certo, era molto antica; e, a valle di essa, alla distanza forse di due metri dal suo fianco sinistro, si nota un lungo muro parallelo, di carattere assai vetusto. Giovi ricordare, infine, che a monte di questa chiesuola, un ponte di pietra attraversava il Tescino, del qual ponte sono rimaste le sole pile fondate sulle due rive. - ↑ Degli edifici e dei frammenti storici delle antiche età di Spoleto, per Achille Sansi. Notizie corredate da dodici tavole in rame, Foligno, Sgariglia, 1869; pag. 251.
- ↑ Vedi, nota 2, pag. 117.
tiene al Priorato del Duomo di Spoleto, e, tra breve, sarà una semplice memoria, se non si provvede sollecitamente al restauro del tetto caduto in gran parte, tanto nella nave centrale, quanto nelle laterali.