Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/17

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robinson crusoe 5

Guarda tuo fratello maggiore al quale aveva fatte le stesse caldissime insinuazioni per rattenerlo dal portarsi alle guerre de’ Paesi Bassi; ah! non riuscii a vincere in quel giovinetto l’ardente voglia di precipitarsi in mezzo agli eserciti! Che gli accadde? vi rimase ucciso. Ascoltami bene; io certo non cesserò mai dal pregare il Cielo per te; pure m’arrischierei dirti che se t’avventuri a questa risoluzione insensata, Dio non t’accompagnerà con la sua benedizione; e pur troppo per te avrai tutto il campo in appresso a pentirti d’aver trascurati i documenti paterni; ma ciò avverrà troppo tardi, e quando non vi sarà più alcuno che possa accorrere in tuo scampo.»

Notai, durante quest’ultima parte del suo discorso, che fu veramente profetica, benchè, io suppongo, quel pover’uomo non sapesse egli stesso quanto profetizzasse la verità; notai, dissi, come gli scorressero copiose lagrime per le guance, allorchè principalmente parlommi del mio fratello rimasto ucciso; così pure allorchè mi disse che avrei avuto campo a pentirmi quando non vi sarebbe stato chi mi avesse potuto più campare: in quel momento apparve si costernato, che troncò di botto il discorso, e mi disse:

— «Ho troppo gonfio il cuore per poterti dire altre cose.»

Fui sinceramente commosso da una tale ammonizione; e da vero come avrebbe potuto essere altrimente? commosso tanto, che determinai in quel momento di non pensare più a girare il mondo, ma di mettermi di piè fermo in mia casa come mio padre desiderava. Ma ohimè! pochi giorni si portarono via tutti questi miei propositi; ed alla sprovveduta, per impedire ogni altra sollecitazione del padre mio, risolvei di fuggirmi da lui entro poche settimane; pur non feci nè sì sollecitamente nè in quel modo che nell’impeto della mia risoluzione aveva divisato; ma, tratta in disparte mia madre in un momento ch’ella mi parve di buon umore più che d’ordinario, le dissi come le mie idee fossero affatto vôlte al desiderio di vedere il mondo. — «Già, io continuai, con tale brama ardentissima in me non potrò mai combinare nessun’altra delle cose propostemi; mio padre farebbe meglio a concedermi il suo assenso, anzichè costringermi ad andarmene senza averlo ottenuto. Ho già diciotto anni compiuti, età troppo tarda per entrare alunno in una casa di commercio o nello studio di un avvocato; io sono ben sicuro che se mi prestassi a ciò fare, non compirei il termine del mio alunnato, e fuggirei prima del tempo dal mio principale per mettermi in mare.