Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/77

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sibili. Supponemmo che quei guasti dovevano essere stati praticati da elefanti, ed appunto in vari luoghi ne notammo gli escrementi ancora freschi, dal che arguimmo che una mandra dei medesimi doveva essere passata in quello stesso giorno.

Al di sopra delle nostre teste svolazzavano uccelli di rapina, ed altra specie innocua e di minore grandezza, il cui canto era sì flebile che assomigliava ad un lamento. La cantilena veniva di tratto in tratto sospesa, poi ripigliata, e finiva in una nota che andava insensibilmente mancando.

Il luogo non poteva essere più fantastico; ma non essendo compito nostro quello di perderci in islanci da romanzo, pensammo piuttosto a rifocillarci e a metterci in grado di proseguire il cammino.