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Pagina:Babel - Struttura di un film - 1925.pdf/63

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Rachele guarda il volto del suicida, alza le mani come in un gesto difensivo e cade stesa sul pavimento.

Maffì si trascina dietro Rachele. Cerca in tasca la pistola, la tira fuori e spara.

La mano di Rogday che stringe ancora la protesi di Kalnischker. La pallottola tocca la mano, le dita del cadavere si aprono, la protesi cade per terra. Il corpo del suicida si gira e mostra le spalle agli spettatori.

Dissolvenza.

La tana di Baulin. L uomo barbuto si è se­ duto sotto il tubo grande e si aggiusta i pan­taloni. Li cuce goffamente, guardando ogni tanto la caldaia, dove Baulin si dà da fare presso il fuoco.

Baulin vicino al forno che arde. Nella cal­daia entra silenziosamente Rachele. Si leva il fazzoletto dalla testa. E’ diventata grigia. Si stringe alla parete, tace, poi chiede senza alzare la testa:

Adesso dove andiamo?

Il carbone arde. Baulin risponde:

Adesso in Russia...

Tra i tubi si vede il viso dell’uomo barbuto chino sui pantaloni. Egli lancia a Baulin un’oc­chiata ma subito distoglie lo sguardo.

La striscia scavata da Baulin e i suoi amici.