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lina, accompagnata da una vecchietta ricurva
che non faceva altro che tossire e masticar
pasticche.
— Anch’io — diceva la mia padrona —
sono un po’ sofferente da qualche tempo à
questa parte. Non mi reggo ritta e vo sog¬
getta a frequenti capogiri.
— Tutt’ effetto di debolezza ; — replicava
la vecchina — e lei deve seguire il mio me¬
todo di cura: molto latte e molte uova a bere.
— È così difficile trovarle fresche! — so¬
spirò la signora Carolina.
— Ebbene: pigli una gallina; così sarà si¬
cura del fatto suo. Vedo che ha già un gal¬
letto, — proseguì guardandomi — quindi nulla
di più facile che metter su pollaio, e aver delle
belle uova fresche tutti i giorni!
— Povero Cocò ! — disse la mia padrona
chinandosi e prendendomi in collo. — Che ne
dici? Vogliono darti moglie! —
Non credei conveniente di rispondere, ma
confesso francamente che l’idea di una com¬
pagna con cui avrei diviso le gioie e i dolori
della vita non mi dispiacque.
—