Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/20

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Peraltro, mi stava a cuore di fargli coraggio, e di dirgli che ove si fosse fatto benvolere dalla padrona e anco dalla padroncina, le cose male male non si sarebbero messe; il più stava in lui; finalmente a quel benedetto giorno di Ceppo c’erano almeno due mesi e mezzo, e in due mesi e mezzo c’è da saper mai quel che può succedere?

Cominciai dunque dall’andargli dintorno, dal pigolare nel modo più garbato che mi fosse possibile, e dal dimandargli se si sentiva disposto a fare una giratina nel podere.

Con mia grande sorpresa accettò, ed io m’affrettai a buttar fuori certe paroline affettuose, che riuscirono graditissime.

Allorchè si fu riavuto ed ebbe fatta una buona colazione, lo portai dalla mamma e da’ miei fratellini; quest’ultimi gli fecero molta festa, lo invitarono a visitare il pollaio, e uno di essi stava per cedergli perfino una bella farfalla acchiappata in quel momento, allorchè la povera bestiuola, colto il destro,