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a casa
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s’erano fatti tanti preparativi; essa comparve
sul limitare della porta, a braccetto del signor
Gennarelli. Dietro a loro venivano Masino che
dava il braccio alla mamma, la serva che te¬
neva fra le braccia una zuppiera di minestra
fumante, e un grosso, grossissimo cane, Me¬
doro.
Noi eravamo rimpiattati nella stia, ma po¬
tevamo vedere e udir benissimo ciò che acca¬
deva vicino a noi.
Discorrevano di mille cose: dell’arrivo di
Enrichetta (così cliiamavasi la nuova venuta),
della sua futura ammissione al corso prepara¬
torio della Scuola Normale, della futura par¬
tenza per Vespignano (oh memorie!) ecc. ecc.
Intanto avevano divorato la minestra e un
gran vassoio di crostini.
— Desiderano il lesso o il fritto? — do¬
mandò la serva, mutando i piatti.
— Il fritto! — ordinò la signora Carolina.
— Il lesso m’è antipatico, — disse l’En¬
richetta — ma viceversa sono entusiasta del
fritto !
— Bambina mia, — osservò giudizios