Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/43

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Dopo una cinquantina di passi m’imbattei in un bel cane da pagliaio, che precedeva di poco due contadini vestiti da festa.

Io non sono mai stato entrante, anzi ho sempre badato al fatto mio, specialmente se mi sono trovato in compagnia di persone da più di me; ma quel giorno non c’era da badar troppo a siffatte convenienze. Ero solo, non sapevo la strada, e quel bel cane era certo in grado di darmi un consiglio.

Senza troppa vergogna e dopo avergli fatto un bell’inchino, che ci mancò poco non mi facesse andare a rotoloni, gli domandai con quel maggior garbo che mi fu possibile:

— Scusi tanto, signor cane, se mi piglio l’ardire di farle una domanda: ma lei è tanto gentile, che di certo mi compatirà....

— Oh di’ pure, — rispose cortesemente il nobile animale.

— La deve sapere, signor cane, che sono un pulcino molto disgraziato; ho passato la notte fuori di casa....

— Male, male, e ora?4 — Baccini, Memorie d’un Pulcino, ecc