Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/56

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— Via, via, non esageriamo nulla. Amici miei, — disse la signora Clotilde agli astanti — pregate mio figlio di farvene la descrizione; vi divertirà, ne son sicura....

— Via, signorino, — esclamarono i miei padroni ad una voce — racconti, racconti, non si faccia pregare! —

Alberto, che nonostante i suoi difettucci era la garbatezza in persona, sorrise, guardò il babbo e la mamma e cominciò così:

— Mi struggevo da un gran pezzo di vedere i combattimenti de’ galli, come di cosa della quale avevo sentito frequentemente parlare; ma la mamma ci si opponeva sempre, dicendomi che quello non era uno spettacolo adattato a fanciulli dell’età mia, che mi avrebbe fatto male, e un monte d’altre cose che allora, punto com’ero dalla curiosità, mi parevano noiose, ma che pur troppo riconobbi giuste più tardi.

Una mattina venne a trovarci un signore, che era grande amico del babbo; e dopo i primi complimenti:

— Sapete, signora Clotilde, disse quel che c’è di nuovo a Madrid?

— Dite, dite! — esclamammo a una voce la mamma ed io.

— C’è nientemeno che il famoso combattimento de’ galli. L’ho visto annunziato a lettere cubitali sulle cantonate. È per oggi a mezzogiorno; io ci voglio andar di certo, perchè sono curioso di veder questa lotta di nuovo genere; se loro volessero favorirmi....

— Oh io no davvero! — rispose risoluta la mamma — sono scene che fanno troppo male al cuore; ne ho sentito parlare, e basta.