Pagina:Balassa - L'arte di ferrare i cavalli senza far uso della forza.djvu/16

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12 sezione prima

nello stesso modo dimostrerò puranche ulteriormente che ho saputo perfettamente farmi intendere in ogni occasione dal cavallo, mediante la voce, lo sguardo e l’aspetto; e che sono così riuscito mai sempre nel mio intento.

§ 11.

L’attento indagatore può giornalmente convincersi come innopportuno e nocivo sia il consueto trattamento de’ cavalli nel ferrarli. Il cavallo pauroso, irritabile, pigro, indocile, impetuoso, viene condotto ordinariamente nel modo medesimo, senza riguardo al suo carattere; ed il più delle volte anche con cattivi modi, nella fucina, la quale gli fu forse altrevolte luogo di tortura, ed in cui è legato indifferentemente colla corda della cavezza. Se l’animale trovisi o no su di un piano orizzontale, rimanga o no appoggiato con tutti e quattro i piedi, è lo stesso per il soldato comune, per il palafreniere, per il maniscalco od il suo ajutante. I primi afferrano troppo sollecitamente il piede, senza la menoma cognizione del modo con che devono collocarsi rapporto al cavallo, e molto meno come devono rialzarlo, e contenersi nella ferratura medesima. Egli è tutt’uno per essi se impugnano il piede al garetto od in un altro luogo; se lo tirano lateralmente od in addietro; se lo comprimono o no; se lo rialzano troppo o poco. Se il piede rialzato è tenuto soverchiamente in tale posizione, come accade d’ordinario, e si forma in questa parte il granchio, il cavallo intraprende, come è naturale, a far resistenza. L’incollerito pala-