Pagina:Balassa - L'arte di ferrare i cavalli senza far uso della forza.djvu/46

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42 sezione seconda

lamente colla mano destra; l’appoggia, come prima alla coscia; ritira il suo piede dritto che trovasi sotto quello del cavallo; lo colloca vicino al sinistro, il quale in questa occasione non devesi mai rimuovere dal suo posto; ritiene il piede del cavallo stesso colla mano sinistra, come al secondo tempo, per alcun poco ancora, e lo lascia poi abbassare lentamente al suolo.

§ 49.

L’istruttore che trovasi innanzi al cavallo, onde evitare ogni inconveniente, non deve mai gridare nè far uso della redine del cavezzone, finchè l’ajutante tiene alzato il piede. Egli deve però tenerlo sempre occupato, parlargli continuamente, e secondo le circostanze lodarlo o biasimarlo. In generale l’istruttore per ottenere sollecitamente il proprio scopo, particolarmente se si tratta di riordinare un cavallo viziato, deve rivolgere tutta la sua attenzione al medesimo, agli ajutanti ed al maniscalco, onde poter con accordo dirigere il tutto. L’ajutante ed il maniscalco sono quindi da considerarsi come altrettante macchine, dovendo tutti gli ordini e tutti i suggerimenti provenire dall’istruttore, e non richiedendosi da loro che una precisa esecuzione.

§ 50.

Ogni cavallo da ferrarsi, il più docile puranche, non deve mai, a parer mio, come spesso accade, essere condotto al luogo ove viene ferrato solamente legato ad una corda, ma sempre con cavezza od un briglione, e per quanto è possibile anche con un ca-