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dei barbari 105


6. Teoderico e gli ostrogoti [489-526]. — I goti tutti insieme furono una gran gente, salita giá dall’Asia alla Scandinavia, e quindi ridiscesa sulle sponde settentrionali dell’Eusino. Molto si disputa a qual famiglia di genti appartenessero, se a quelle de’ geti, o degli sciti, o de’ germani. A me pare provato (se non altro, dal trovarsi cosí tedeschi tanti lor nomi di persone e d’uffici, e la lor traduzione della Bibbia fatta da Ulfila nel quarto secolo) che essi furono probabilmente teutoni; forse de’ kimri o cimbri, certo d’una di quelle due schiatte da cui sorsero la nazione e la lingua tedesche. — Ad ogni modo, gli ostrogoti o goti orientali erano una parte di questa nazione, rimasta giá sulle bocche del Danubio, quando i lor fratelli visigoti o goti occidentali n’erano partiti, poco men che un secolo addietro, a correr l’Europa, a capitare e fondare un regno sul Rodano e in tutta la penisola spagnuola. Erano stati congiunti coll’imperio di Attila; rovinato il quale, n’eran rimasti la frazione principale. Correvano, dominavano dalla Pannonia fin presso alle mura di Costantinopoli; ed ora avean per duca o re Teoderico degli Amali, giá statico ed educato nella corte greca, poi a vicenda capitano ed avversario di essa: un misto di barbaro e incivilito, un ambizioso, un grand’uomo. E fosse spinto dal proprio pensiero, o dal re rugo a lui rifuggito per vendicarsi, o dall’imperator greco per liberarsene, ad ogni modo nel 488 ebbe da questo (pretendente dominio sull’imperio occidentale invaso) la concessione d’Italia. Cosí per la prima volta il nome, la memoria, il vanto, il diritto preteso dell’imperio romano furono funesti all’Italia, furono causa di nuova e di prontissima mutazione. — S’incamminò con tutta sua gente, guerrieri, vecchi, fanciulli, donne, armenti, carri e masserizie; guerreggiò per via, e s’ingrossò d’altre genti, passò l’Alpi carniche, giunse all’Isonzo, dove l’aspettava alla riscossa Odoacre, ingrossato anch’egli di genti e re alleati. Combatterono lí, addí 27 marzo 489 una prima volta, poi una seconda sotto Verona, e fu vinto Odoacre nelle due. Fuggí a Roma, fu ricevuto a porte chiuse: evidentemente gl’italiani parteggiavano e s’illudevano giá per l’imperio, in nome di cui veniva Teoderico. Il quale poi,