scrittore ecclesiastico
copiosissimo, si può giá dire scolastico intieramente. San Colombano
[540-615] monaco d’Irlanda venuto di colá in Francia, poi in
Longobardia sotto Agilulfo e Teodelinda, e fondator del monastero di
Bobbio dove furon ritrovati a’ nostri dí parecchi codici d’autori
antichi, accenna l’ultimo precipizio delle lettere italiane, che
ricevean cosí quasi una restaurazione dall’ultima Irlanda. Paolo Diacono [740 circa-790 circa] il solo scrittore di qualche conto che
abbiamo di nazione longobarda, e scrittor unico della storia di essa,
ci è prezioso perciò, ci è caro per l’amore ch’ei mostra, scrivendo
sotto Carlomagno, a sua gente caduta; ma è, del resto, o pari o di
poco superiore ai piú meschini cronachisti dell’etá seguente. Misero
ritratto di tre secoli di letteratura! ma che si potrebbe argomentare
dalla storia politica; allor sí veramente i barbari distrussero le
poche lettere antiche, le molte cristiane che rimanevano. — Delle arti,
l’architettura trova sempre qualche modo di fiorire sotto a principi
potenti quantunque barbari; e cosí fiori sotto Teoderico, e poi sotto
Teodelinda ed Agilulfo. Fu architettura romana, decadente via via piú,
non dissimile, ma meno splendida della bizantina; ondeché si vede
chiaro qui ciò che del resto ognun sa oramai, quanto sia falso il nome
di «gotica», dato poi a quell’altra architettura molto posteriore,
tutto diversa, anzi contraria, degli archi acuti e delle colonne
sottili. Nella vera architettura gotico-longobarda, l’arco viene anzi
abbassandosi, e le colonne ingrossando, e tutto lo stile diventando
tozzo e goffo. Il quale poi ritrovandosi tra’ sassoni in Inghilterra e
in Francia e Germania fino appunto alla diffusione dello stile acuto e
sottile, convien dire che tutto quel primo stile pesante chiamato
«sassone» da alcuni, venisse dal romano-gotico-longobardo. E ciò si fa
tanto piú probabile, che dalle leggi longobarde abbiamo un cenno di
una quasi societá di maestri muratori settentrionali d’Italia
(magistri comacini), i quali aggirandosi tra noi e probabilmente
anche fuori, mantennero e diffusero l’architettura, lo stile italiano
imbarbarito; e furono forse origini di quelle societá o confraternite
o gilde di muratori od architetti, che si ritrovano quattro o cinque
secoli appresso; e che