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della signoria degli imperatori e re 137


di Benevento sempre rimaservi duchi, e presero anzi nome di principi; e vi fecero dinastie piú o meno indipendenti, secondo le occasioni per tre secoli all’incirca. Carlo poi, risalita Italia, e lasciato a Pavia Pipino il re fanciullo, tornò a Francia. — Quindi mosse a Baviera contra Tassilone duca, genero di Desiderio, mentre il faceva assalir pel Tirolo da un esercito longobardo. E avutolo nelle mani, lo spogliò e fece monaco; e divise pur quel ducato in contadi. Ebbersi a respinger poi una invasione di unni-ávari da Baviera e dal Friuli; ed un approdo di Adelchi e di greci alle coste di Napoli e Calabria; e si allargò il regno fino all’Istria. E per dieci anni poi Carlomagno rimase fuor d’Italia a far imprese contro agli slavi e agli unni, diventati vicini suoi, dappoiché era signor di tutta Germania, a reprimere ribellioni di sassoni, ed eresie interne, e ad abbellir Aquisgrana. In Italia l’esercito longobardo l’aiutò piú volte contro agli unni, e l’«esercito romano» talor contro ai greci. Morí dopo un lungo pontificato Adriano I [795], quegli che avea giá chiamato Carlo, ed era poi stato sempre amico e quasi luogotenente di lui in Italia; benché pur sempre si dolesse a lui (come s’esprime nelle sue lettere) delle «giustizie non restituite», e vuol dir senza dubbio di quelle cittá, quali che fossero, che Carlo gli avea promesse e non date. Successegli Leone III, e pontificò dapprima tranquillamente. Poi, nel 799 (principio di quelle guerre civili che turbarono per secoli Roma mal ordinata tra repubblica, principato del papa, e supremazia imperiale straniera), una mano di potenti romani assalí, prese il papa; il quale, liberato dal duca di Spoleto e da un altro messo regio, rifuggí prima a Spoleto e tra breve a Francia. E giá poco prima [797] l’altra signoria che sussisteva ancora di nome in Roma, quella dell’imperatore orientale, aveva sofferto un nuovo crollo, uno scandalo non mai veduto. Irene imperatrice, mal cacciata dal marito Costantino, mal cacciò lui, e fecesi imperatrice regnante. Gli eventi precipitavano, le occasioni s’accumulavano ad una nuova grandezza di Carlo. E Carlo, giá il vedemmo, non soleva lasciarle passare.