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della signoria degli imperatori e re |
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di Benevento sempre rimaservi duchi, e presero anzi nome di principi; e
vi fecero dinastie piú o meno indipendenti, secondo le occasioni per
tre secoli all’incirca. Carlo poi, risalita Italia, e lasciato a Pavia
Pipino il re fanciullo, tornò a Francia. — Quindi mosse a Baviera
contra Tassilone duca, genero di Desiderio, mentre il faceva assalir
pel Tirolo da un esercito longobardo. E avutolo nelle mani, lo spogliò
e fece monaco; e divise pur quel ducato in contadi. Ebbersi a
respinger poi una invasione di unni-ávari da Baviera e dal Friuli; ed
un approdo di Adelchi e di greci alle coste di Napoli e Calabria; e si
allargò il regno fino all’Istria. E per dieci anni poi Carlomagno
rimase fuor d’Italia a far imprese contro agli slavi e agli unni,
diventati vicini suoi, dappoiché era signor di tutta Germania, a
reprimere ribellioni di sassoni, ed eresie interne, e ad abbellir
Aquisgrana. In Italia l’esercito longobardo l’aiutò piú volte contro
agli unni, e l’«esercito romano» talor contro ai greci. Morí dopo un
lungo pontificato Adriano I [795], quegli che avea giá chiamato Carlo,
ed era poi stato sempre amico e quasi luogotenente di lui in Italia;
benché pur sempre si dolesse a lui (come s’esprime nelle sue lettere)
delle «giustizie non restituite», e vuol dir senza dubbio di quelle
cittá, quali che fossero, che Carlo gli avea promesse e non date.
Successegli Leone III, e pontificò dapprima tranquillamente. Poi, nel
799 (principio di quelle guerre civili che turbarono per secoli Roma
mal ordinata tra repubblica, principato del papa, e supremazia
imperiale straniera), una mano di potenti romani assalí, prese il
papa; il quale, liberato dal duca di Spoleto e da un altro messo
regio, rifuggí prima a Spoleto e tra breve a Francia. E giá poco prima
[797] l’altra signoria che sussisteva ancora di nome in Roma, quella
dell’imperatore orientale, aveva sofferto un nuovo crollo, uno
scandalo non mai veduto. Irene imperatrice, mal cacciata dal marito
Costantino, mal cacciò lui, e fecesi imperatrice regnante. Gli eventi
precipitavano, le occasioni s’accumulavano ad una nuova grandezza di
Carlo. E Carlo, giá il vedemmo, non soleva lasciarle passare.