pretende egli
all’imperio, s’apparecchia con gl’italiani, vede non esserne sostenuto
(come era naturale, poiché non era causa nazionale), s’arrende, va a
Francia, v’è giudicato in placito ed accecato, e tra l’incrudelito
supplizio muore. Piangene il Bonario, e manda a succedergli Lotario,
re cosí d’Italia e Baviera. Nell’822, l’imperatore fa penitenza
pubblica della morte di Bernardo, in dieta ad Attigny. Nell’829,
natogli un nuovo figliuolo, Carlo, gli fa un regno di pezzi stracciati
da quelli degli altri. Costoro ribellansi nell’830, fan guerra al
Bonario, lo prendono; poi, tra lor discordie, il lasciano restaurare.
Nell’833, l’imperatore muove contra Pipino, lo spoglia d’Aquitania che
dá a Carlo. Nuova sollevazione dei tre re; gli eserciti sono in
presenza, il Bonario è abbandonato dal suo; e quindi tratto a far
nuova e vergognosa penitenza a Compiègne, e poi dato in mano a Lotario
imperatore aggiunto e re d’Italia. Nell’834 è restaurato, e tocca a
Lotario a domandargli perdono. Nell’835 è annullato quanto era stato
fatto contro a lui; nell’837 ei dá quasi tutta Francia a Carlo, suo
figlio ultimo e diletto. Nell’839 (morto giá Pipino d’Aquitania) egli
spartisce un’ultima volta gli Stati; e ne rimangono, imperatore e re
d’Italia con parte di Francia Lotario, re di Francia con molta
Germania Carlo, re solamente di Baviera Ludovico. Questi se ne lagna e
ribella, ma è vinto; e Ludovico muore nell’840. — In Italia, suddita
insieme di Ludovico imperatore primario e di Lotario imperatore
aggiunto e re, noteremo che i papi incoronarono l’uno e l’altro, ed a
vicenda domandarono sempre o quasi sempre ad essi le conferme di loro
elezioni; che essi i papi, e i vescovi, e gli abati si frammischiarono
in quelle guerre di famiglia e v’accrebbero loro autoritá; che
contesero tra sé papi e vescovi di Ravenna, papi e romani in Roma, e
le due parti greca e franca in Venezia. E guerreggiassi tra’ principi
di Benevento e le cittá greche, Napoli, Amalfi ed altre. I saracini
infestarono mare e marine. Bonifazio, conte di Lucca e forse marchese
di Toscana, fu con un naviglio ad infestarli essi in Africa. Ma,
intorno all’828, Eufemio, un greco di Sicilia, innamorato d’una
fanciulla (monaca dicono alcuni), e minacciato