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152 libro quinto

dicesi, di sessantamila italiani. Ma questi, di mala voglia contro Berengario, domandavano ad Adalberto di farsi lasciare il trono; e ciò parrebbe accennare il figlio miglior del padre. Berengario ricusa, l’esercito si scioglie, Ottone viene a Pavia e a Milano; e qui, in dieta, deposti Berengario e Adalberto, ei riceve di nuovo la corona regia d’Italia in Sant’Ambrogio. L’anno appresso riceve l’imperiale in Roma [962], e fa nominare re Ottone II figliuol suo. Chiudonsi Berengario II in San Leo, Adalberto in un’isola del lago di Garda, Guido fratello di lui in una del lago di Como, e Villa in una del lago d’Orta. Ottone assale gli uni dopo gli altri; ed intanto si rivolge contra Giovanni XII, il papa che l’avea testé incoronato, ma uno de’ pessimi fra que’ cattivi, che si rivolgeva di nuovo ad Adalberto; e fattolo deporre in concilio, fa eleggere Leone VIII. Finalmente, presi Berengario e Villa [964], li tien prigioni dapprima in Lombardia, poi in Germania. Nuovo Adelchi, Adalberto fugge a Costantinopoli, poi, dicesi, alla corte di Borgogna, dov’egli e il figliuolo di lui ebber parecchi comitati in su’ limiti d’Italia. Ad ogni modo, la corona d’Italia prostituita da que’ principi, che non so s’io dica italiani né d’animo né di sangue, passò cosí ai tedeschi.

10. I tre Ottoni [964-1002]. — Nella storia come nella realitá non è peggior dolore, che d’aver a lodar il governo degli stranieri sopra quello degl’italiani. Ma prima di tutto la veritá. Dalla quale sola sempre risultano i buoni insegnamenti, e qui questo: che all’ultimo risultato un governo straniero, quantunque buono, è piú fatale alla nazione che non uno nazionale, quantunque pessimo; perché questo passa, e lascia la nazione a’ suoi destini migliori; ma quello, quant’è men cattivo, tanto piú fa comportabili e suggella col tempo i ferri stranieri. Dal grande e buono Ottone in qua, e salvo un’eccezione cosí breve che quasi resta tacciata di ribellione, la corona imperiale romana rimase ottocentoquarant’anni a’ tedeschi, la regia lombarda non n’è uscita tuttavia; e tutta la nazione fino a nostri dí, fu or piú or meno, ma sempre dipendente. Le cittá che siam per vedere talor liberate, talor liberarsi, non furono mai pienamente libere, nemmen di nome, nemmeno nelle loro