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della signoria degli imperatori e re |
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pretese: sempre riconobbero
la supremazia dell’imperatore straniero, e la riconobbero molti papi,
e i piú dei principi; e i pochi che non riconobbero la dipendenza,
patirono la preponderanza, che in realtá diventa lo stesso. Senza
queste avvertenze non si capirebbe la storia nostra ulteriore, diversa
da tutte le altre contemporanee e piú liete. La spiegazione di ciò che
ebbe o non ebbe d’indipendenza una nazione, è la principale
spiegazione o ragione o filosofia della storia di lei; e perché quella
non si volle far mai, perciò non abbiamo niuna satisfacente storia
d’Italia, perciò mi è dovere insistervi in questo sommario. — Prigione
Berengario, fugato Adalberto, e aggiunta dopo trentotto anni di
vacanza la corona imperiale alle due regie di Germania e d’Italia,
Ottone I, o il grande, potente in quella, conquistatore ed estensore
della cristianitá in Danimarca, fu in Italia tutt’altro imperatore e
re che non i regoli stranieri od italiani precedenti. Restituí
l’imperio-regno, e a ciò usò tre modi principalmente. 1° Quello di
Carlomagno: scemare i grandi ducati e marchesati ricresciuti, e
ridividerli in comitati anche minori degli antichi, comitati d’ogni
cittá, od anche comitati «rurali» di semplici castella. E quindi
ebbero lor castigo que’ principi italiani, che non volendo patire niun
pari diventato superiore, avevano iniziata la lunga storia
dell’invidie italiane. 2° Ai conti o marchesi delle cittá grandi, che
sarebbon rimasti troppo grandi ancora, non lasciò, per lo piú, se non
il comitato esterno o contado; e tolse loro (non egli primo ma piú
frequentemente) la cittá e il distretto vicino intorno alle mura, e
sottopose l’una e l’altro ai vescovi, alla chiesa vescovile, onde quel
distretto fu detto poi «Weichbild» o «de’ corpi santi». E perché
sotto al vescovo, ed al «vogt» od «avvocato» o «visconte» di lui,
poterono poi nelle cittá i «valvassori» o «capitani» o «cattani»
principali di ciascuna, e sotto a questi non solamente tutti i militi
ed arimanni nipoti de’ conquistatori vari, ma (secondo la natura
sempre democratica della potenza ecclesiastica) anche i nipoti de’
conquistati risaliti dalle condizioni piú o men servili a piú o men
compiuta libertá, tutti gli «uomini» in somma o «vicini» della cittá;
perciò Ottone fu da non pochi detto fondatore delle libertá, de’ governi