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158 libro quinto


nobili cittadini di Bari, liberar del tutto lor cittá da’ greci. Chiaro è, un ardor di libertá scoppiava dall’Alpi a Cariddi. Tutto ciò fino al 1013; quando ridisceso Arrigo, veniva a Pavia abbandonatagli da Arduino, e quindi a Roma dove fu incoronato imperatore [1014] con Cunegonda moglie sua. Ma, ciò fatto, o non volesse o non potesse altro, tornava a Germania. Quindi si trova Arduino risalito in forze ne’ suoi comitati soliti, e prender Vercelli e forse Novara, ed allearsi con Oberto II d’Este ed altri potenti conti e marchesi, e porre un parente suo vescovo in Asti, ed opporvisi Arnulfo l’arcivescovo di Milano, il gran nemico di lui. E quindi a un tratto, senza che si veda bene il perché, Arduino piú che mai abbandonato, ovvero stanco o infermo, si fa monaco all’abazia di Fruttuaria, dove poi muore addí 29 ottobre 1015. Uno degli uomini piú variamente giudicati nella nostra storia, re legittimo, usurpatore, scomunicato, santo fondator di monasteri; ad ogni modo ultimo italiano che abbia osato por mano alla corona d’Italia. — Né, rimasto solo re Arrigo II, se ne mutano le condizioni nostre. Egli continua in Germania, e l’Italia resta abbandonata a sé. I saracini di Sicilia fanno una discesa contra Salerno; ed ivi dicesi combattessero per la prima volta in Italia alcuni normanni (di quelli giá stanziati nella provincia francese detta da essi Normandia) lá capitati tornando pellegrini da Terrasanta; e seguissero alcuni altri pellegrini a San Michele del monte Gargano in aiuto a Mele, il cittadino liberatore di Bari, ed a’ principi longobardi: piccoli inizi di gran regno. I saracini di Sardegna (giacché questa e Corsica, passate giá dall’imperio orientale all’occidentale, erano state occupate da que’ barbari) scesero a Luni, e furono cacciati da un naviglio raccolto dal papa [1016]. Poi genovesi e pisani scendono in Sardegna, e ne cacciano i saracini; e difesala contro nuove discese, vi si stabiliscono, e se la disputano a lungo [1017]. E vedesi quindi, anche piú che dagli altri fatti precedenti, come le cittá italiane, non libere ancora nel loro interno comunque retto da’ loro conti o vescovi o capitani, avessero pure al di fuori una qualsifosse autonomia. Nel 1020, papa Benedetto e Mele vanno alla corte imperiale tedesca ad implorar aiuto contro