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176 libro sesto


senza dar un passo indietro; ondeché tutti gli storici videro qui un’impulsione, un’opera personale, quella d’Ildebrando presente e potente. — Salito ora esso stesso Ildebrando al papato [1073], qual fu l’opera di lui? Diciamolo, come si conviene alla nostra brevitá, ad un tratto: fu né piú né meno che continuazione dell’opera precedente, della restaurazione della Chiesa in generale, della chiesa romana in particolare. La quale restaurazione poi comprendeva: 1° l’abolizione del concubinato degli ecclesiastici, il rinnovamento e stabilimento definitivo di lor celibato; 2° l’abolizione delle elezioni simoniache feodali; 3° la liberazione soprattutto della chiesa romana da quella condizione di feudo imperiale, che era pretesa dalla corte germanica; 4° quindi, di necessitá, la restaurazione della chiesa romana, nella pretesa contraria, ma antica, ma originaria, ma inevitabile dal dí del Natale 799, d’incoronare e proclamare, e quindi confermare e perciò giudicare l’imperatore. Pretesa esorbitante, sia pure; ma a chi la colpa? A Carlomagno che aveva cosí fondato l’imperio, all’imperio cosí fondato; 5° finalmente, quella che altri chiama perfezione e noi chiamiamo confusione, caos feodale, aveva da per tutto sottoposti molti feudi laici a questa o quella chiesa vescovile od abbazia, e n’aveva sottoposti tanto piú alla chiesa somma romana: parecchi ducati longobardi e normanni a mezzodí d’Italia, Sardegna, Corsica, alcuni regni spagnuoli, e via via. E fu quindi anche opera naturale di Gregorio VII rivendicar tutte queste pretese. Le quali dicansi pur di nuovo cattive da’ filosofi o politici, noi contradiremo loro meno che mai. Ma che gli storici e biografi di Gregorio VII, non attendendo a niun fatto precedente, gli attribuiscano un progetto, un’idea, un’invenzione di non so qual monarchia universale, che sarebbe stata tutta contraria alle idee, alle possibilitá di questa etá, la quale giá aveva la monarchia universale dell’imperio; questa mi pare una delle piú antistoriche fra le molte antistoriche spiegazioni che si dánno della storia. Gregorio VII non fece questa, non fece nessuna invenzione nuova; non fece, tutt’al piú, se non il disegno di restaurar la Chiesa in tutti i diritti