facilmente con qualche sentenza dispregiativa degli uomini;
gli uomini son sempre stolti o matti; le parti, sempre mancanti od
eccessive; chi le spera moderate, prudenti, sagge, capaci di
scegliersi scopi buoni e contentarsene, spera da stolto o da matto;
egli stesso è da compatire. Ma, rispondiamo noi compatiti, ma
Inghilterra ed America, e il piccolo continental Belgio a’ tempi
nostri, ed un altro pur piccolo e continentale Stato in questi ultimi
dí; ma Olanda e Svizzera ne’ secoli moderni; ma Venezia (quasi sola,
per vero dire) nel nostro medio evo, ed Atene e Sparta e Tebe; ma
tutte insomma le repubbliche, tutti gli Stati comunque liberi, ebbero
parti; e seppero averne sovente delle moderate, non inefficaci come le
nostre del secolo decimoterzo, o almeno non cosí matte come queste che
ci si dicono ora naturali ed inevitabili al secolo decimonono; e non
furono grandi e felici, se non appunto quando e perché il seppero:
ondeché, noi non veggiamo per noi questa necessitá di non averlo mai a
sapere od imparare; e cosí ci ostiniamo, contro a’ dispregiatori e
disperanti, a sperare venga pure un dí che anche le parti italiane non
saran piú stolte né matte, non senza scopo, e non con inaccessibili e
inarrivabili o scellerati. Mi si perdoni la digressione, e torniamo
alle stoltezze del secolo decimoterzo. — Tre famiglie principalmente ne
crebbero: gli Ezzelini, tedeschi venuti con Federigo I, cresciuti in
Vicenza, Treviso, Padova ed all’intorno, ghibellini arrabbiati, famosi
per immani crudeltá: gli Estensi, che vedemmo antichi italiani,
antichi guelfi, anzi battezzatori di quella parte, fedeli ad essa, or
cresciuti in Modena e Ferrara, gente molto migliore, ma, come pare, di
generazione in generazione mediocre, e di che non trovasi mai un gran
fatto, un gran nome (se non vogliasi accettar nella storia quelle
adulazioni dell’Ariosto e del Tasso che sono venute a noia anche nella
loro bella poesia); e finalmente i Torriani, gente antica d’intorno a
Milano che crebbe facendosi capo di quel popolo. Del resto, dopo poca
e oscura guerra, fecesi [1230] una prima pace tra la lega guelfa e il
papa per una parte, e Federigo dall’altra. Ed estesesi via via a molte
cittá per opera de’ nuovi frati, principalmente i minori o
francescani, e sopra