tirannucci
da noi nomati, Uguccione della Faggiola, Castruccio, Can grande, e
principalmente il gran Matteo e Galeazzo Visconti. Costoro, servienti
ai signori di Milano, furono capitanati da’ minori o cadetti di quella
famiglia, Marco e Lodrisio Visconti, che si posson quindi dire primi
capitani di compagnie grosse, primi condottieri, nel frattempo delle
due discese d’Arrigo VII e Ludovico il bavaro, tra il 1313 e il 1327.
Ma s’accrebbero durante e dopo quest’ultima, e quella poi di Giovanni
di Boemia; e diventarono piú grosse e indipendenti dalle cittá e da’
signori che servivano e taglieggiavano, passando dagli uni agli altri;
e furono insomma perfette allora, ebbero esistenza da sé,
abbisognarono d’un nome. E cosí una prima e minore si chiamò della
«Colomba», e guerreggiò e predò in Toscana intorno al 1335; una
seconda e maggiore, di «San Giorgio», e capitanata da Lodrisio, fu
sconfitta da Luchino Visconti in gran battaglia a Parabiago [1339]. E
finalmente una detta la «gran compagnia», dopo aver predati i confini
di Toscana e Romagna, e minacciata Lombardia, sotto un Da Panigo e un
Da Cusano, italiani, e un duca Guarnieri, tedesco sfrenato che portava
scritto in argento sulla corazza «nemico di Dio e di misericordia», si
sciolse tra per minacce e per danari, e il Guarnieri risalí, quasi uno
degli imperatori, a Germania, per indi ridiscendere [1343]. E cosí fu
costituita questa nuova peste d’Italia. E di questa, come dell’altre,
verremo accennando poi gli strazi principali; non tutti, che sarebbono
le dieci e cento volte altrettanti in istorie piú estese. D’allora in
poi, le compagnie scorrenti dall’un capo all’altro della penisola, tra
cittá e cittá o signorie italiane, si potrebbero paragonare alle
comete sguizzanti tra pianeta e pianeta del nostro sistema solare; se
non che, indegno o quasi empio sarebbe il paragone tra questo sistema
divinamente ordinato, e quella confusione sofferta dalla provvidenza;
e che niun paragone poi può esprimere il disordine nuovo arrecato da
que’ pubblici ladroni. E pure, anche costoro sono ammirati da
taluni. — Ma ei mi pare primamente, che, anche lasciando lor crudeltá e
i tradimenti e le rapine, non fossero in costoro né grand’arte né
quelle vere virtú militari,