che sono le prime di tutte quando elle
s’esercitano per la patria, ma che non sono piú virtú, quando per la
paga, o peggio, per la preda. Il coraggio virile non è che animale,
quando scoppia solamente dalla passione; e diventa bestiale, quando
non ha scopo che del vitto; e inferiore al bestiale, quando ha scopo
di semplice ricchezza; ed io non gli trovo nome che d’infernale,
quando s’esercita ad oppressione. — E quindi parmi chiaro che da
costoro incominci e venga in gran parte quel pervertimento, e poi
quella perdizione quasi totale della vera virtú o spirito militare,
che è pur troppo innegabile in Italia. Innegabilmente, questa virtú
sussisteva ancora ai tempi delle fazioni di Milano, di Tortona, di
Crema, d’Alessandria, d’Ancona e di Legnano, nella seconda metá del
secolo decimosecondo. Ma dal principio del decimoterzo, incominciando
le compagnie di stranieri od anche d’italiani, a darsi a nolo, e
bastando essi poi a tutte le guerre fatte per due secoli, ne venne
naturalmente che il grosso degli italiani, cittadini, borghigiani e
contadini, si disavvezzarono dall’armi, da quel vero e virtuoso
mestiero dell’armi, che io non so dire se sia piú necessario a
mantenere la moralitá degli individui, o la indipendenza della
nazione. Le cittá mercantili principalmente, e le contrade
all’intorno, Venezia e Firenze soprattutto, fecero ogni lor guerra piú
co’ fiorini che con l’armi proprie; pagando il sangue altrui,
disimpararono a spargere il proprio. Né si citi, all’incontro,
l’assedio di Firenze, od altre simili fazioni; sono lampi, eccezioni;
e il vero spirito militare è abitudine. E il peggio fu quando, perduta
questa, vennero meno (com’era naturale nella civiltá progredita) le
compagnie che v’aveano, malamente, pur supplito. Allora non rimase piú
nulla di veramente militare nelle evirate province d’Italia, o meno in
quelle piú anticamente disavvezze; non ne rimase piú se non in
Piemonte. Il quale lo deve a’ principi suoi, che lo salvarono
dall’armi pagate, dalle compagnie di ventura; capitani, venturieri
essi stessi in que’ secoli, cavalieri prima, generali dopo, militari
sempre, di razza, secondo i tempi. Ma se lo tolgano di mente
gl’italiani, i quali volgon gli occhi bramosi a questo Piemonte, a
questi principi: la prova fu fatta; non