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260 libro sesto

uno di que’ buoni cavalieri, l’inventor del motto, si vantava di portar que’ lacci. Morí Amedeo V in Avignone, dov’era andato a promuovere una nuova crociata presso ad uno di que’ papi infingardi [1323]. — Seguendo separati i due rami di Savoia e di Piemonte o Acaia, questi, che non aveano ad attendere al di lá dell’Alpi, attesero tanto piú al Piemonte, e vi s’ingrandirono tra’ nuovi marchesi di Monferrato, e gli antichi di Saluzzo, e gli Angioini, e le cittá guelfe e ghibelline, e i tirannucci e i condottieri; mentre i cugini di Savoia li aiutavano all’occasione. Fra’ Savoiardi fu di nuovo cavaliero splendidissimo in fatti di guerra e di pace Amedeo VI, detto il conte Verde dal colore (secondo quegli usi) costantemente da lui usato. In Piemonte guerreggiò e s’aggrandí; e guerreggiò contro a’ Visconti parenti suoi, per difender due pupilli di Monferrato; e guerreggiò in Puglia, e in Oriente; assisté al ritorno de’ papi in Roma; arbitrò e conchiuse la pace di Torino dopo la guerra di Chioggia tra Genova e Venezia. Una volta, accogliendo a sua corte Carlo IV imperadore, e ricevendone l’investitura de’ suoi Stati, e rompendosi, secondo l’uso barbaro-imperiale, gli stendardi e gli stemmi al vassallo prima d’investirlo, egli afferrando il suo della croce bianca, nol patí; e cosí in modo cavalleresco e politico insieme protestò della indipendenza (fosse di diritto o di fatto) di casa Savoia. Governò, risplendette quarantanove anni [1334-1383]. — Succedettegli Amedeo VII, detto il conte Rosso; il quale pure guerreggiò, torneò in casa, e fuori, e aggiunse a’ suoi Stati Nizza e quella bella contea, squarcio di Provenza, datagli da quei cittadini, concedutagli da re Ladislao per non poterla difendere esso da Luigi d’Angiò, e lasciatagli prender da questo non meno impotente quantunque vicino. Morí dopo otto anni di signoria [1391]. — E successegli, fanciullo, Amedeo VIII tutto diverso de’ predecessori; giá non piú gran cavaliero, ma uomo politico, prudente insieme ed ardito, riunitore ed ampliator dello Stato, se non incolpevole, certo lontanissimo dalle infamie de’ Visconti e degli altri tirannucci contemporanei; ordinator poi e legislatore, e che cosí, cioè secondando i tempi senza prenderne i vizi, fu fondator nuovo della sua robusta