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poter conchiudere co’ capitani della lega, e che il tempo pressava, fu egli stesso a Napoli, a quel Ferdinando che poc’anni addietro avea finiti i suoi negoziati col Piccinino con tradirlo ed ucciderlo. La cosa riuscí a Lorenzo; conchiuse pace con Ferdinando [1480], e tornò in trionfo a Firenze, che ne fu piú che mai sua. E tanto piú che, del medesimo anno scesi i turchi ad Otranto, il papa se ne spaventò, e fece pace anch’egli. I turchi furono cacciati [1481]. — Ma in breve fu suscitata nuova guerra da quel vizio che veniva sorgendo ne’ papi di far principi i lor parenti, quel vizio a cui fu quindi inventato il nome di «nepotismo». Non pochi principati, Milano, Savoia, Modena e Ferrara, Mantova, Urbino, s’erano costituiti ultimamente, crescendo di grado gli uni per concessioni imperiali, gli altri per concessioni pontificie. Questo destò ne’ papi la nuova ambizione, il nuovo vizio del nepotismo che guastò da Sisto IV in poi tanti papi; che, per quasi un secolo, fu arcano o piuttosto sfacciata massima di lor politica, ed abbandono della grande e nazional politica papale, proseguita da’ loro gloriosi predecessori; che diminuí poi, diminuita la potenza de’ papi, ma’ fu anche allora impiccio, impoverimento del loro Stato; e che nell’un modo e nell’altro, essendo vizio il piú anticanonico di tutti, ambizione personale, piccola, interessata, e tanto minore delle grandi ed ecclesiastiche ambizioni dei Gregori e degli Innocenzi, conferí forse piú che null’altro a diminuir la dignitá, la potenza del papato nella pubblica opinione per tre secoli, fino all’immortal Pio VII. Sisto IV voleva far uno Stato al nipote Riario. Collegossi con Venezia per ispogliar gli Estensi e dividersi loro Stati, Napoli, Milano e Firenze, cioè Ferdinando, Ludovico e Lorenzo collegaronsi per difenderli [1482]. Seguirono intrighi, alleanze nuove, minacce; e morí tra esse Sisto IV, lasciando Gerolamo Riario signor d’Imola e Forlí [1484]. Successegli Innocenzo VIII (Cibo di Genova); perciocché questa del nepotismo è la ragione, che ci sforza a notar i casati di questi nuovi papi, cosí diversi da quegli antichi che non avevano famiglia se non, come pontefici, la Chiesa; e come principi, la parte nazionale d’Italia. E quindi io non so non trattenermi ancora a notare quella che mi pare anche qui non