passato appena un anno, venne a
un tratto a Rivoli presso Torino, e poi [25 settembre] a Moncalieri; e
chiamato Del Borgo ministro e notaio della corona, gli ridomandò l’atto
della rinunzia, e nella notte tentò, ma non gli riuscí, farsi dare la
cittadella di Torino. Adunatosi, agitatosi intanto il Consiglio di re
Carlo, fu da questo dato ordine di arrestare il padre. Eseguissi nella
notte del 27 al 28; fu rapita la San Sebastiano e condotta a Ceva;
rapito e ricondotto a Rivoli, prigione del figlio, il vecchio vincitor
di tante battaglie. Infuriò, languí un anno; domandò, ottenne riaver la
moglie, tornare in Moncalieri; vi morí ai 31 ottobre 1732. Brutto fine,
brutto principio di due belli e felici regni. — Il Piemonte fu tra’
paesi d’Italia quello che piú si avvantaggiò della pace. E tentavansi
riordinare pure Milano e il regno di Napoli e Sicilia dagli austriaci.
Ma non vi riuscivan guari essi, e come signori nuovi, e come stranieri;
ed anche perché, essendo Carlo VI imperatore senz’altra prole che due
figliuole, egli e suo governo attendevano a poco piú che ad assicurar
la successione a Maria Teresa, la prima di quelle, e n’agitavano la
diplomazia di tutta Europa. — Delle due grandi repubbliche, Venezia
languiva sempre piú; si divertiva, apprestava i carnovali a’ gaudenti
di tutta Europa: Genova, all’incontro, era turbata dalle sollevazioni
de’ còrsi. Governati in modo assoluto, tirannico e corrotto, come
sogliono i sudditi non partecipanti al governo delle repubbliche,
scoppiarono nel settembre 1729 per una angaria fatta a un povero
vecchio nella riscossione de’ tributi. Tumultuossi in vari luoghi,
fecersi assembramenti, levaronsi armi; due volte i sollevati assaliron
Bastia e si ritrassero. Governatori, capitani, pacieri nuovi vi
furono invano mandati da Genova. S’innalzarono, si mutarono parecchie
volte i capipopolo. Finalmente, brutto rimedio ad italiani contra
italiani, piú brutto a un governo libero, i genovesi chiamarono gli
austriaci ad aiuto, ad arbitri; e venuti gli austriaci, e fatto l’uno
e l’altro ufficio, statuirono cessazioni d’armi, paci, indulti, e di
soprappiú una Camera imperiale, che giudicasse in appello tra sudditi
còrsi e signori genovesi [1732-1733]; e cosí i signori ebber lor
signoria diminuita, e i sudditi