vinsero re Carlo in gran giornata a Bassignana [27 settembre], e quindi
invasero Piemonte fino a Casale ed Asti, difendendosi solamente la
cittadella d’Alessandria; invasero il Milanese, entrarono in Milano [19
dicembre]. Insomma, eran precipitate le cose austro-sarde in Italia;
mentre crescevano anzi le cose austriache in Germania per la morte
dell’imperator bavaro Carlo VII [20 gennaio], l’elezione a imperatore
di Francesco I, il marito di Maria Teresa, e la pace conchiusa col
piú terribil nemico d’Austria, Federigo II [25 dicembre]. — Ma qui,
contro all’uso impostomi dalla brevitá, dirò d’un semplice negoziato
riuscito a nulla; perché, riuscito a suo fine, ei sarebbe stato il
fatto piú bello e piú importante di tutta questa storia; e il suo
fallire fu uno de’ piú lamentevoli. Re Carlo di Sardegna aveva, nel
trattato di Worms con Austria, introdotta una clausula (insueta sí, ma
che accettata dall’altra parte davagli un diritto certo ed onorato),
che potesse scostarsi dall’alleanza, avvertendo tanti mesi prima.
Quindi egli aveva libertá di trattare con Francia. Trattò, e ne
risultarono una prima convenzione firmata a Torino [26 dicembre 1745],
un armistizio firmato a Parigi [17 febbraio 1746], ed un progetto
di pace definitiva, per cui dovevano rimanere Parma e Piacenza, con
alcuni accrescimenti all’intorno, a don Filippo; il Milanese a casa
Savoia, ed accrescimenti a Genova, a Modena, a Venezia; Toscana sola,
come rimase poi, a casa d’Austria; cosicché tutta Italia ne sarebbe
rimasta in breve tempo indipendente, e divisa tra principi giá italiani
o che sarebbero diventati italiani; e (per piú dolore) tutta Italia
doveva poi stringersi in lega a mantener quella indipendenza. Venne
il Maillebois, figlio del capitano di Francia, fino a Rivoli, a
cinque miglia da Torino, per volgere questi preliminari in trattato
definitivo; andò a Rivoli il Bogino, ministro e confidente di re
Carlo; ma non si conchiuse, e si ruppe. Fu pretesa prudenza politica
per serbar il contrapeso d’Austria? Vergogna, in tal caso! ché anche
queste ricercatezze, questi contrapesi sono seicentismi politici;
e l’Italia libera di stranieri, piena di principati nazionali, non
avrebbe avuto bisogno addentro, ed avrebbe trovati fuori piú