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112 libro settimo

seguente; finché, assalito re Carlo nel contado di Nizza, e perduta ivi Ventimiglia e minacciato in sull’Alpi Cozie, ritrasse sue truppe d’intorno a Genova; e, a’ 3 luglio 1747, gli austriaci levarono le loro; e cosí rimase Genova liberata per quel bello ed ultimo sforzo di sua antica virtú. — Fu e rimane sventura che si trovassero colá combattenti piemontesi insiem con austriaci contro a’ genovesi: ma l’ingrata memoria dovrebbe rimanere piuttosto in quelli che furono allor vinti, e non rimane. Cosí si cancelli questa ed ogni simile da quelle due schiatte piemontese e ligure, le quali sono le due (per non dir altro) piú operose d’Italia; le quali, quando unite davvero, sinceramente, basterebbero non a compiere, ma a far immanchevole il compimento de’ destini d’Italia. — Pochi dí appresso successe il minacciato assalto pel Monginevra. Il cavaliere di Bellisle lo conduceva. Addí 19, i francesi assalirono i piemontesi, trincerati al colle dell’Assietta, capitanati dal Bricherasco. La fazione fu delle piú belle e calde della guerra. I piemontesi vinsero; i francesi si ritrassero oltre Alpi. La guerra continuò, ma languí d’allora in poi. Tutti erano stanchi; Spagna stessa; dove, morto Filippo l’[9 luglio 1745], e succeduto Ferdinando VI figlio di lui e di sua prima moglie Savoiarda, era scemato il credito della Farnese, scemata l’ambizione per don Filippo figliuolo di lei. Adunaronsi prima in Breda, poi in Aquisgrana i plenipotenziari; e addí 30 aprile del 1748 firmaronsi i preliminari, addí 18 ottobre il trattato di pace; per cui rimase riconosciuta la seconda casa d’Austria, riconosciuto don Filippo duca di Parma e Piacenza, accresciuta la monarchia piemontese dei due brani dell’alto Novarese e dell’Oltrepò pavese, e Finale riconfermato a Genova. Facendoci forza, e scartando dalla memoria ciò che avrebbe potuto essere altrimenti, dobbiam conchiudere: che fu pace buona, fu progresso all’Italia, scemando la parte straniera, accrescendo la parte italiana di Parma, Piacenza, e de’ brani di Lombardia diventati piemontesi. — Due guerre minori, una delle quali risibile, turbarono altre parti d’Italia ne’ tempi or percorsi. L’Alberoni, cardinal legato di Ravenna, invase la repubblichetta di San Marino [ottobre 1739]; ma fu