Pagina:Balbo, Cesare – Storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni, Vol. II, 1914 – BEIC 1741401.djvu/151

Da Wikisource.

delle preponderanze straniere 147

Quindi seguendo e convergendo a destra, tutto l’esercito francese trovavasi in Voghera e Tortona, contro all’austriaco raccoglientesi ad Alessandria. Trovavansi cosí i due eserciti in una di quelle posizioni dove forza è si decidano i destini delle nazioni; l’esercito francese aveva l’austriaco tra sé e Francia, l’austriaco aveva il francese tra sé ed Austria; ma con questa gran differenza, che il francese cra venuto costí a posta e credea tagliare, l’austriaco sorpreso teneasi per tagliato; ed ognun sa, che anche in guerra l’opinione fa la forza. Tre dí passarono in formarsi, assicurarsi l’uno e l’altro. Addí 13, Napoleone, passata la Scrivia, e spiegatosi ne’ piani di Marengo e non trovatovi il nemico, temettelo scampato. Ma all’aggiornare del 14, sboccò questo dal ponte della Bormida, e si spiegò nei medesimi piani. E lí, da mattina a sera si combatté quella lunga, varia, intensa battaglia, vinta dagli austriaci quasi tutto il giorno, rivinta da’ francesi nell’ultime ore per lor mirabile costanza, per quella principalmente di Desaix che vi morí. Qui sorge piú che mai il rincrescimento di non aver agio a descrivere, ammirare, lodare. Insomma, Melas e gli austriaci furono fermati, rotti, disfatti, ricacciati, riaffollati in Alessandria; e al domane [15] Melas firmava una capitolazione, per cui gli fu conceduto ritrarsi dietro al Mincio ed al Po; ed egli concedeva Piemonte, Lombardia, Liguria, Parma, Modena, le Legazioni, Toscana; e cosí la restaurazione della repubblica cisalpina. Napoleone ripassò trionfando a Milano, a Torino; ritornò trionfando a Parigi. Allora Moreau, concitato da tanto esempio, assalí pur egli in Germania i nemici, e li vinse e spinse fin dietro l’Inn, e firmò pur esso un armistizio [15 luglio]. Poche nazioni, pochi uomini ebbero mai un’epoca di gloria e fortuna crescenti, come questa che incominciò qui a Francia, a Napoleone; e pochi uomini ne usarono bene, come egli allora. Continuò, accelerò, svolse riordinamenti interni ed esterni; ripropose paci, e rigettato riuní nuovi eserciti a nuovi trionfi. Addí 28 novembre, fu rotto l’armistizio. Addí 3 dicembre, Moreau vinse una gran battaglia ad Hohenlinden, e passò quindi l’Inn e la Salza e firmò poi un nuovo armistizio a Steyer [25 dicembre]. Ed intanto un secondo esercito