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222 | appendice |
principale fu del duca di Savoia a difender Custoza; non vi
riuscí, non vi potea riuscire; rimasene il nome a quella giornata
infausta ed immortale. Se ne ricordi e se ne penta la pigra Italia
finché l’abbia fatto dimenticare. Gli errori, le spensieratezze dei
capitani, son cose frequenti, solite, da computarsi in tutte le guerre,
piú in queste di sollevamento ed indipendenza. Queste non si debbono
fare senza computar quelli, senza porsi in grado di vincerle a forza
di numero, di pazienza, di perduranza. Senza dar almeno due armate
pari all’austriaca ancorata sulle sue quattro fortezze, non vi sará
mai probabilitá di vincer questa. Finché l’Italia orientale, centrale
e meridionale non potrá, saprá o vorrá aver un esercito secondo,
vegnente sul Po ad aiutare il piemontese giunto dall’Alpi occidentali
e al Mincio ed all’Adige, se lo tolga di mente, la pigra, o divisa, o
disputante Italia, ella non sará probabilissimamente mai liberata da
questo, per quanto generoso, ardito, temerario, devoto o sacrificato
od anche meglio ordinato egli sia per essere. Quattro milioni e mezzo
in armi non bastano a liberare ventitré milioni d’oziosi contro a
trentasei milioni di resistenti, se non per un caso, un miracolo, che
è viltá sperare. Disse l’Italia che voleva far da sé; ma non fu vero:
fece il Piemonte per lei tutta a Custoza. Seppe dire ognuno che una
nazione non dee contare su aiuti stranieri; ma ella non dee contare
nemmeno su una parte sola, su un quinto di se stessa, non dee diminuire
dal cinque all’uno la sua probabilitá d’indipendenza. — Ad ogni
modo, questa era ridotta a zero; alla sera dei 25 luglio l’esercito
piemontese ritrattosi a Villafranca, si ritrasse nella notte a Goito.
Il nemico vittorioso a stento, rispettò la ritirata dei vinti.
Alla domane [26] l’esercito tutto raccolto sulla manca del Mincio vi trovava le sue divisioni lasciatevi senza combatter nulla, e quella di Sonnaz che pur troppo non avea combattuto il dí innanzi. Potevano giovare a difendere la ritirata. Nuovo errore: Sonnaz fu lanciato inutilmente e solo contra Volta: l’assalí a sera, presela, fu respinto nella notte, riassalí rinforzato nel mattino, e fu respinto di nuovo. Il dí appresso [27],