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appendice 221

oziosi, mentre andava a combattere il tutto fra Villafranca e Valleggio. E perché il tutto fu dubbio in quel giorno, e perduto di poco al dí seguente con quei ventimila uomini di meno sul campo, certo è, matematicamente certo, che s’egli avesse avuto quel cosí grosso soprappiú, avrebbe vinto invece d’essere appena vinto. Ma, cosí è della guerra; la sorte di lei, il destino delle nazioni v’è deciso da una ispirazione, anzi un pensiero facile; e questo, facile, volgarissimo per sé, era facilitato ancora dall’esempio cosí contrario di Buonaparte su quel medesimo terreno. Qui convien abbassare il capo dinanzi al Dio ispiratore ed acciecatore dei capitani e dei re: qui non piú dir altro che Dio nol volle; me lo perdoni il mio re, immerso ora nel fonte della veritá. — In somma, con quell’esercito peggio che dimezzato dai primi e da quest’ultimo errore, con poco piú che venticinquemila uomini, il re assalí, senza aspettar altri od altro, nella giornata stessa dei 24 gli austriaci su quei colli stessi, che erano stati, che avrebbon dovuto forse essere sempre la sua posizione difensiva inalterabile. E li vinse in quella giornata, quantunque piú numerosi, sia per la difficoltá e il pericolo sempre grande d’un cambiamento di fronte addietro, sia per l’impeto superiore de’ buoni piemontesi. Ma fu un inganno, fu una perfidia di fortuna. Se fosse stato vinto di quel poco che vinse, il re avrebbe probabilmente indugiato l’attacco della domane, raccolte tutte le sue truppe, combattuto con quaranta o cinquantamila uomini invece di poco piú di venti. — Ad ogni modo, addí 25 si rinnovò la battaglia; non ne dirò i casi, gli errori disputabili, disputati, inutilmente disputati; era perduta prima che incominciata. Ognuno dei due eserciti aveva le spalle alla base d’operazioni, al paese nemico; in tal situazione le battaglie son disperate, da ambe le parti, ma sempre svantaggiose a quella che assalita e sorpresa ha difficoltá a raccogliersi, perdute se non s’è saputa vincere prima quella difficoltá. L’esercito piemontese, soldati, ufficiali, generali, principi, vi fece prove di valore, riconosciute poi dal nemico piú generoso che i compatriotti, dall’Europa militare e che stava allora, tutta salvo il resto d’Italia, sotto l’armi. Lo sforzo